È prevista tra le 16 e le 18 ora di Mosca, le 14 e le 16 in Italia, l’attesa telefonata tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader russo, Vladimir Putin. Lo ha confermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, come riporta l’agenzia russa Tass. Trump e Putin parleranno anche della “ulteriore normalizzazione delle relazioni” tra Stati Uniti e Russia, oltre che della situazione in Ucraina.
I contatti sono stati positivi
“Ci sono già stati colloqui (tra Usa e Russia). L’inviato degli Stati Uniti, Steve Witkoff, è stato a Mosca, c’è stato un round di colloqui a Istanbul e c’è stato un primo colloquio tra i Presidenti – ha aggiunto il portavoce – Ma ci sono molte questioni (in agenda), l’ulteriore normalizzazione delle nostre relazioni bilaterali e la soluzione della questione ucraina. Ci si aspetta che i Presidenti parlino di questo”.
Trump spinge per chiudere
Donald Trump vuole arrivare alla fumata bianca. “Molti elementi di un accordo finale sono stati concordati, ma molto resta da fare. Migliaia di giovani soldati e altri vengono uccisi. Ogni settimana muoiono 2.500 soldati, da entrambe le parti, e deve finire ORA. Non vedo l’ora di parlare con il presidente Putin”, ha scritto su Truth nella giornata di ieri.
Joshi riferisce delle possibili concessioni a Putin
Tiene banco la delicata questione dei confini. Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, la leadership statunitense starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell’ambito di un possibile accordo.
“Secondo due persone a conoscenza della questione, ha rivelato il giornalista nel suo post, l’amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev”.
Crosetto attende gli sviluppi della conversazione
Roma confida nel colloquio. “Mi aspetto una sola cosa, che per un giorno smettano di cadere le bombe. Questa telefonata può servire a far trovare intorno a un tavolo almeno quei tre interlocutori perché decidano quali sono le condizioni di partenza e poi dopo tutto il resto la comunità internazionale potrà dare una mano”. Lo ha detto a Rtl il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
“Putin è imprevedibile, un grandissimo giocatore di scacchi, non si lascia prendere dalle emozioni – ha spiegato il ministro meloniano – in questo momento ha due strade: da una parte si rende conto che l’Ucraina è stata indebolita, che l’occidente non ha le capacità produttive della Russia ad esempio in termini di armi, ma dall’altra parte sa che ha a che fare con Trump, che in un attimo può passare da persona disponibile a persona nemica in un attimo, che non accetterebbe un rifiuto. È quasi una partita a poker tra due grandi giocatori”.
Il ministro italiano lancia un messaggio chiaro
Crosetto ha ammesso la marginalità del ruolo dell’Ue in questa fase, inviando un messaggio ben preciso a chi, soprattutto a Parigi, si agita pericolosamente per ritagliarsi uno spazio di manovra: “Noi partecipiamo alle riunioni, ma le stiamo facendo per decidere che arredamento fare in una casa di cui non conosciamo il progetto, non siamo gli architetti, che sono Trump, Putin e Zelensky. Stiamo costruendo diverse ipotesi per affrontare un quadro che ancora non conosceremo. Cosa può fare una comunità internazionale, si vedrà solo dopo che il tavolo della pace avrà costituito le regole con cui questa pace si svilupperà”.
Tajani sui possibili tempi della fine delle ostilità
Della conversazione telefonica tra i due leader e le possibili tempistiche della fine delle ostilità, ha parlato anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. “Voglio essere ottimista. Ogni passo che si fa a livello diplomatico va nella giusta direzione. Credo che lentamente si potrà arrivare alla pace entro la fine della primavera, massimo in piena estate perché ormai non conviene più a nessuno continuare a combattere”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervistato da Francesco Giorgino a “XXI Secolo”.
Cauto ottimismo per il capo della diplomazia italiana: Come a Gaza “sono trattative molto difficili ma stiamo sostenendo tutte le iniziative che possono portare alla pace perché questa guerra fa male a tutti. L’aria è abbastanza positiva, vediamo come reagirà Putin alle proposte americane, poi ci dovrà essere una vera trattativa attorno a un tavolo dove russi, ucraini, Stati Uniti ed Europa dovranno sedersi per vedere come raggiungere un accordo. L’Europa è importante a quel tavolo perché ha inflitto sanzioni alla Federazione russa e ovviamente la questione sanzioni sarà parte della trattativa”.