Turismo delle Radici, Tajani: “Connazionali sentono ancora un vincolo fortissimo”
Tra le iniziative più lungimiranti dell’attuale governo vi è sicuramente Italea, il progetto pensato per valorizzare il turismo delle radici. L’obiettivo è quello di coinvolgere gli 80 milioni d’italo-discendenti sparsi per il mondo e rinsaldare i loro legami con la Madrepatria. Come? Aiutandoli a scoprire le proprie origini, sia geografiche che identitarie.
A tal fine è stata allestita un’efficiente macchina organizzativa: 20 i gruppi sparsi per la penisola, uno per ogni regione italiana, con il compito d’informare e assistere i “viaggiatori delle radici”. Molteplici le agevolazioni sottoscritte con le attività più disparate (si rimanda al link precedente per scoprire i vantaggi di Italea Card), per non parlare del ricorso a una rete di genealogisti, così da aiutare i turisti a ricostruire la propria ascendenza tricolore.
Sul tema il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilasciato un’intervista a Comunicare Magazine, testata edita dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Questa è stata riproposta integralmente sul sito della Farnesina e presenta molteplici spunti d’interesse.
L’intervista
Di seguito l’intervista rilasciata dal titolare della Farnesina alla rivista dell’ANCI.
Ministro Antonio Tajani, l’iniziativa “Turismo delle radici” ha raccolto grande attenzione nel nostro Paese, molti Comuni si stanno affacciando a questo importante segmento di mercato. Qual è il ruolo del MAECI in questo percorso e come si può facilitare il dialogo e rafforzare la rete?
Dal mio insediamento ho voluto dare particolare enfasi alle iniziative e agli strumenti volti a rafforzare le relazioni con le comunità di italiani e italo-discendenti all’estero. Il “Turismo delle radici” è un progetto che va proprio in questa direzione e che ha l’obiettivo di rafforzare i legami tra le collettività e i territori italiani di origine. Nell’anno delle radici italiane nel mondo, vogliamo celebrare i grandi traguardi dei nostri connazionali, partecipando ai maggiori eventi identitari delle nostre comunità all’estero.
In tale quadro, la collaborazione istituzionale è uno dei pilastri del turismo delle radici. Credo fermamente che solo lavorando fianco a fianco con chi si impegna sul territorio tutti i giorni sia possibile promuovere al meglio le eccellenze italiane e rafforzare i legami con i nostri connazionali in giro per il mondo – oltre 80 milioni di persone che condividono un forte sentimento verso l’Italia, nonché verso i paesi di origine dei propri antenati. Il ruolo della Farnesina è quello di mettere a sistema le iniziative locali sul turismo delle radici, fare rete tra i soggetti attivi sul territorio e favorire la conoscenza reciproca tra gli italiani in Italia e i connazionali residenti all’estero.
Quale risposta avete avuto dai Comuni in termini di partecipazione all’avviso promosso dal MAECI per la presentazione di progetti finalizzati a sostenere la nascita di nuove figure professionali specializzate nella promozione dei servizi relativi al turismo delle radici? A che punto siamo e quali sono i prossimi passi?
I Comuni rappresentano un interlocutore fondamentale nell’ambito del turismo delle radici, perché spesso molti connazionali sentono ancora un vincolo fortissimo con il Comune di partenza dei propri avi. Molti Comuni, poi, intrattengono già proficui rapporti con le comunità di concittadini all’estero. Abbiamo scelto di sostenere questi sforzi, concentrandoci sui Comuni più piccoli, che hanno meno risorse per agire autonomamente: con un apposito Avviso, contribuiamo alla realizzazione di attività culturali nel corso dell’Anno delle radici italiane nel mondo da parte di Comuni con meno di 6.000 abitanti. Il MAECI ha quindi selezionato oltre 800 proposte progettuali, tutte estremamente valide, che includono mostre, convegni, laboratori e molto altro. La risposta del pubblico alle attività dei Comuni organizzate in questi mesi è stata molto positiva. Alla luce di questo successo, ci impegniamo per moltiplicare le occasioni di collaborazione con i Comuni e rafforzare i rapporti con le comunità italiane e italo-discendenti nel mondo.
Può raccontarci qualcosa in più sul progetto Turismo delle radici?
Come ricordavo, il progetto nasce per creare occasioni di contatto e di riscoperta dei propri luoghi di origine in Italia da parte degli italiani e italo-discendenti all’estero. Le opportunità offerte dal programma sono raccolte in una piattaforma digitale (Italea.com), che ospita anche la Italea Card o “passaporto delle radici”, uno strumento gratuito che dà accesso a sconti e agevolazioni ai viaggiatori in diversi settori. La registrazione è aperta sia agli italiani che agli italodiscendenti e non è in alcun modo legata alla cittadinanza italiana.
Si tratta di un modo per favorire l’acquisto di prodotti e servizi locali, premiando i piccoli produttori e sostenendo la crescita dell’economia locale. Anche grazie all’aiuto dei Comuni, oltre 640 attività hanno aderito al programma e offrono vantaggi specifici agli utenti. Accanto ai produttori locali, abbiamo stretto importanti accordi a livello nazionale, con realtà di riferimento per i nostri connazionali, come ITA Airways o Poste Italiane.
A Suo avviso, qual è l’immagine dell’Italia all’estero? Il nostro Paese è in grado di esprimere una solidità capace di attrarre investimenti europei e internazionali?
L’immagine del Paese è fortemente ancorata a quell’affidabilità e a quel “saper fare” che ha reso il Made in Italy sinonimo di eccellenza nel mondo. Nel 2023, l’Italia ha esportato beni per circa 626 miliardi di euro e nei primi sei mesi del 2024 la tendenza è stata così positiva da superare anche il Giappone, un Paese con due volte la nostra popolazione. Questo Governo intende tradurre la capacità innata di fare partenariato anche in nuovi investimenti stranieri sul territorio. Nel luglio 2023 abbiamo riattivato, in collaborazione con il Ministero delle Imprese e il Made in Italy, il Comitato Attrazione Investimenti Esteri, foro privilegiato per il dialogo tra Amministrazioni ed Enti competenti. Abbiamo anche rafforzato ulteriormente l’assetto organizzativo nazionale in materia, grazie ad un Protocollo d’intesa firmato nel marzo 2024 tra ICE Agenzia ed Invitalia e controfirmato dalla Farnesina e dal MiMIT.
Si tratta di un percorso di lungo periodo, i cui primi segnali cominciano a vedersi: nel 2024 l’Italia è salita dal 18° al 17° posto tra 146 economie mondiali, classificandosi tra i Paesi ad alta attrattività (secondo il Global Attractiveness Index 2024 di The European House – Ambrosetti).