La variabile Elon Musk si fa sentire anche in Italia
Dopo Trump, Elon Musk è probabilmente l’uomo del momento. Non che prima delle presidenziali USA difettasse di visibilità, ovviamente. Ma l’onnipresenza del patron di Tesla è ormai una costante, a prescindere dalla latitudine. Una variabile che impatta, tra gli altri, sul governo italiano, a causa dei particolari equilibri venutisi a creare nella maggioranza di governo.
Sì, perché la presidente del Consiglio Giorgia Meloni punta proprio sul visionario di SpaceX per fare breccia nell’amministrazione USA. Considerata in passato vicina a Biden, la leader di Fratelli d’Italia cerca in Musk una sponda per accreditarsi presso Trump. Tanto più che Matteo Salvini è stato in grado di scavalcare per tempo gli alleati, schierandosi apertamente con il tycoon (unico esponente di rilievo in Italia a farlo, peraltro ai nostri microfoni).
Del resto non è passato poi molto da quando Elon Musk ha premiato a New York Giorgia Meloni, consegnandole il prestigioso Global Citizen Award. Ecco dunque che una tale sinergia può risultare preziosa per recuperare il terreno perduto e schermarsi dalle turbolenze in arrivo oltre Oceano.
Derby Meloni-Salvini a parte, è evidente che Elon Musk rappresenti un alleato dell’attuale maggioranza. Già a marzo il proprietario di X aveva difeso Salvini dall’attacco della magistratura. “È scandaloso – aveva scritto – che sia sotto processo per aver fatto rispettare la legge”. Una vicinanza testimoniata al diretto interessato: “È profondamente sbagliato che tu sia a processo per aver seguito la legge. Chi c’è dietro a tutto ciò? Qualcosa non va”. Ovviamente al messaggio di Musk era seguito un post di ringraziamento da parte del leader leghista.
Ieri sera Musk è tornato sull’argomento migranti. Lo ha fatto commentando un post del giornalista Mario Nawfal circa la decisione del tribunale di Roma di sospendere la convalida del trattenimento per sette migranti, ospitati nella nuova struttura albanese di Gjader e riportati nella penisola. Uno smacco pesante per il governo, costretto a fare i conti con le intromissioni della magistratura. “Questi giudici devono andarsene” ha commentato Musk (“These judges need to go”).
Dichiarazioni che hanno inevitabilmente provocato un vespaio di reazioni. “Parole gravi, inaccettabili e pericolose” le ha definite il CSM. Come prevedibile, Musk ha ricevuto il plauso (in inglese) dell’amico Salvini: “Musk ha ragione. Il 20 dicembre potrei ricevere una condanna a SEI ANNI DI PRIGIONE per aver impedito gli sbarchi di clandestini in Italia quando ero ministro dell’Interno. In una prospettiva internazionale, tutto ciò appare ancora più incredibile”.
Poco prima, sempre il vicepresidente del Consiglio aveva commentato la decisione del tribunale di Roma. “L’ennesima decisione dei giudici che impedisce di allontanare i clandestini dal territorio italiano non è uno schiaffo al governo – aveva detto Salvini – bensì una scelta che mette in pericolo la sicurezza e il portafogli degli italiani”.
Il tema dell’interventismo di una parte della magistratura è reale. Finora il governo sembra aver proceduto con il freno a mano tirato su diversi dossier, probabilmente perché ostacolato da poteri che non guardano con benevolenza al centrodestra. Chissà che la vittoria di Trump possa segnare anche in Italia un netto cambio di passo.




