Cory Mills chiede l’impeachment
Il rappresentante repubblicano della Florida Cory Mills ha depositato una richiesta di impeachment nei confronti del presidente Joe Biden. L’accusa è che nel bloccare l’invio di alcune armi ad Israele nel corso di un’offensiva a Rafah durante il conflitto in corso con Hamas, il presidente abbia abusato del proprio potere. “Come membro della Camera dei Rappresentanti, è mio dovere costituzionale presentare una richiesta di impeachment contro Joe Biden per il suo più recente abuso di potere”, ha affermato Mills. Il repubblicano di New Smyrna Beach ha depositato gli articoli ieri, lunedì il 13 maggio.
“In violazione del suo giuramento di adempiere fedelmente alla carica di presidente e di sostenere la Costituzione, il presidente Biden ha abusato dei poteri del suo ufficio sollecitando un ‘quid pro quo‘ con Israele e sfruttando aiuti militari vitali per cambiamenti politici”, ha dichiarato Mills lunedì attraverso un comunicato stampa. “Questa azione vergognosa non solo ha compromesso la credibilità degli Stati Uniti, ma ha anche minato gli interessi del nostro alleato di lunga data, Israele”, ha continuato. “Pertanto, la condotta del presidente Biden merita l’impeachment, un processo, la rimozione dall’incarico e la squalifica da qualsiasi incarico futuro per gli Stati Uniti”.
Il paragone con il caso Trump
Il deputato Mills, che rappresenta parte della contea di Volusia nel 7° distretto della Florida, ha paragonato le azioni di Biden a quelle del presidente Donald Trump nel 2019. Cinque anni fa, l’allora presidente ritardò gli aiuti militari approvati dal Congresso per l’Ucraina quando il presidente Volodymyr Zelensky rifiutò la richiesta di Trump di partecipare ad un’indagine su Biden e la sua famiglia.
Sottolineando la somiglianza con quei fatti, il deputato ha anche condiviso un post sul suo profilo X in cui mostra di aver copiato e incollato la maggior parte del testo depositato dalla richiesta di impeachment presentata dal democratico Jerrold Nadler di New York contro Donald Trump nel 2019.
Part II: The yellow highlighted area was verbatim of Rep. Nadler’s impeachment articles accusing and impeaching President Trump for “Quid Pro Quo”. I have submitted to House counsel and will pursue action tomorrow morning using the Dems’s own language, but Biden’s actual abuse of… pic.twitter.com/bYHrMUG1qr
— Cory Mills (@CoryMillsFL) May 9, 2024
I due casi tuttavia sono piuttosto differenti, come sottolineano gli esperti. Trump era stato messo sotto accusa per aver partecipato ad un piano che mirava ad avvantaggiarlo politicamente. La scelta di Biden di trattenere gli aiuti è dettata dalla preoccupazione per la condotta di Israele, via peraltro già percorsa dal presidente Ronald Reagan nel 1983.
La settima richiesta di impeachment contro Biden
La richiesta di Mills non è collegata al procedimento di impeachment attivato dal Comitato di vigilanza della Camera nello scorso dicembre. Quella depositata ieri è la settima risoluzione di impeachment presentata da un singolo membro repubblicano del Congresso contro Biden. Il deputato Bill Posey, un repubblicano di Rockledge, ha chiesto l’impeachment contro Biden per aver consentito a troppi migranti di entrare nel paese. Greg Steube, rappresentante repubblicano di Sarasota, ha presentato un testo in cui si afferma che il presidente Biden ha abusato del proprio potere per aiutare con l’attività finanziaria all’estero del figlio Hunter.
“Il presidente Biden ha cercato di fare pressione sul governo israeliano affinché adottasse misure condizionando scelte ufficiali degli Stati Uniti che erano di grande valore per Israele”, si legge nella risoluzione presentata da Mills. “Dopo che sono emersi i primi rapporti, il presidente Biden li ha confermati. Ha dichiarato apertamente: ‘Ho chiarito che se vanno a Rafah – non sono ancora andati a Rafah – non fornirò le armi che sono state sempre usate per affrontare Rafah, per affrontare le città in generale”. Così facendo, il presidente Biden ha utilizzato i poteri della presidenza in un modo che ha compromesso la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e del suo alleato Israele. Ha così ignorato e leso gli interessi della Nazione”.
La scorsa settimana, sottolineando che avrebbe continuato a fornire armi difensive a Israele, Biden aveva affermato in un’intervista alla CNN che gli Stati Uniti non avrebbero fornito ulteriori armi offensive – incluse bombe e proiettili di artiglieria – allo Stato ebraico se avesse proceduto con un’operazione su vasta scala.
Le contraddizioni di Mills indeboliscono la sua richiesta
Le tesi di Mills risultano parzialmente indebolite da alcune sue gravi contraddizioni. Il deputato infatti – ex commerciante d’armi – è stato uno dei 58 membri della Camera che hanno votato contro un pacchetto di aiuti da 18 miliardi di dollari per Israele. Come altri repubblicani, Mills aveva criticato il pacchetto di aiuti perché non conteneva iniziative per gestire la crisi migratoria al confine col Messico.
Il deputato ha anche garantito apertamente il suo sostegno alla condotta israeliana nel conflitto con Hamas. Ha sostenuto che Biden sbaglia a voler imporre delle condizioni sugli aiuti americani. Quelle dichiarazioni non sono bastate però a riguadagnarsi il sostegno dell’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), che nel frattempo ha bloccato la raccolta fondi per il deputato della Florida.
Ancora prima, Mills è stato tra i 14 repubblicani che a febbraio hanno votato contro un altro disegno di legge sugli aiuti a Israele. Pur dichiarandosi fermamente filo-israeliano, Mills aveva detto che avrebbe votato a favore di un pacchetto solo se avesse incluso tagli miliardari all’Internal Revenue Service.
