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Home Attualità

La “resa” di McCarthy

Finalmente eletto dopo 15 votazioni Kevin McCarthy a speaker della Camera. Una elezione che a molti suona come una resa che mina la coesione del partito

Massimo Cicatiello by Massimo Cicatiello
Gennaio 8, 2023
in Attualità, Politica, Ultimissime
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La “resa” di McCarthy
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Ci sono  volute ben 15 votazione per eleggere McCarthy alla importante carica di speaker della Camera. Mai nella storia si era arrivato a tanto. E forse neanche ci si sarebbe riusciti se non  ci fosse stata la lunga mediazione dell’ex presidente Donald   Trump.

McCarthy si è assicurato i 216 voti necessari solo ieri. I suoi dissidenti si erano radunati attorno al rappresentante Kevin Hern (R-Okla.), Byron Donalds (R-Fla.), Biggs e Jordan, sebbene Jordan avesse costantemente implorato i suoi colleghi del GOP di votare invece per McCarthy.


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Il repubblicano della California   ha sentitamente e apertamente ringraziato Trump per averlo aiutato a vincere la carica di oratore, affermando in un video: “nessuno dovrebbe dubitare della sua influenza”. Anche questo un chiaro messaggio ad alcune frange del partito che in ogni caso esce logora da questi giorni di trattative.

Per tutta la settimana, i dissidenti di McCarthy – il GOP – avevano  optato per i rappresentanti Andy Biggs (R-Ariz.), Byron Donalds (R-Fla.), Kevin Hern (R-Okla.) e Jim Jordan (R-Ohio), sebbene in effetti Jordan avesse esortato i membri del GOP a sostenere McCarthy negli ultimi giorni e l’ex presidente Donald Trump  supplicato i dissidenti – inclusi alcuni stretti alleati politici – di votare favorevolmente.

Il messaggio di Trump  per superare i dissidi interni è stato molto chiaro: “dobbiamo concentrarci sull’economia e sulla sicurezza dei nostri confini”. Un messaggio teso dunque alla lotta politica all’amministrazione Biden piuttosto che agli interessi di casa.

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Ma Il gruppo di GOP di estrema destra, non aveva proprio nessuna intenzione di sostenere il repubblicano McCarthy. In verità lo stesso Trump aveva tentato più volte nei giorni scorsi ma senza successo.

Ci aveva  già provato  all’inizio della settimana indirizzandosi a molti conservatori intransigenti – in precedenza suoi grandi sostenitori – ma questi avevano apertamente  ignorato il suo appello.

La resa di McCarthy – le concessioni ai dissidenti

Ma a cosa ha dovuto rinunciare Kevin McCarthy per vincere la presidenza della Camera? O meglio: cosa ha dovuto concedere?

Non è stata certo indolore vincere la resistenza degli ultimi dissidenti. E la preoccupazione di molti è che queste concessioni possano comunque minare la coesione del partito e indebolire la capacità di governo.

Secondo alcune indiscrezioni McCarthy avrebbe accettato di votare a favore di almeno 12 richieste di stanziamenti da parte del gruppo di estrema destra. Si parla di stanziamenti importanti in settori chiave per l’economia americana:  dall’agricoltura alla spesa per la difesa, ai trasporti.

McCarthy ha inoltre accettato di limitare la spesa discrezionale ai livelli che erano all’inizio dell’amministrazione Biden – sia per la difesa che per la spesa interna –  come parte di un impegno finalizzato a pareggiare il bilancio federale entro 10 anni.

Inoltre, in risposta a una lettera dei membri del GOP, McCarthy ha anche accettato di creare un sottocomitato sull'”Armamento del governo federale”, che avrebbe il compito di sondare la raccolta di informazioni del governo  su privati ​​e le sue indagini penali in corso, che potrebbero includere l’indagine del Dipartimento di Giustizia sui documenti riservati nella tenuta Mar-A-Lago dell’ex presidente Donald Trump.

McCarthy ha inoltre accettato di ripristinare la legge Holman, una legge che consente la riduzione degli stipendi dei funzionari governativi e qualsiasi altra compensazione pagata dal Tesoro degli Stati Uniti.

Ma una delle concessioni più significative è l’impegno di ridurre il numero di membri della conferenza GOP necessari per avviare un processo di rimozione dell’oratore – noto come “mozione di sgombero” – da cinque a uno. Una disposizione che  molti repubblicani temono possa impantanare la Camera con lotte di potere lunghissime.

McCarthy ha anche accettato di mantenere il Congressional Leadership Fund e di nominare membri di estrema destra del House Freedom Caucus ai seggi del Comitato per le regole della Camera.

Le critiche

Il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer (D-N.Y.) ha criticato le concessioni di McCarthy in una dichiarazione, accusando l’oratore di essersi “arreso alle richieste di un elemento marginale del partito repubblicano”, aprendo la strada a una “casa controllata dai repubblicani del MAGA” per provocare una chiusura del governo o un default del governo “con conseguenze devastanti per il nostro paese”. Questa la preoccupazione di molti.

 

 

Tags: Donald TrumpKevin McCarthy
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