Il vicepremier sul caso Salis
L’impegno di Giorgia Meloni
Tajani ha comunque sottolineato che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto all’omologo ungherese Viktor Orban che a Ilaria Salis venga riservato un trattamento dignitoso”. Meloni ha parlato con Orban in due occasioni, “la prima al telefono il 30 gennaio, la seconda a margine dei lavori del Consiglio europeo il primo febbraio”.
“Occorre evitare di trasformare una questione giudiziaria in un caso politico, che regala titoli di giornali ma non fa il bene della signora Salis” ha affermato il vicepremier. “Un cortocircuito che alimenta polemiche e danneggia la causa di Ilaria”, ha avvertito il ministro, che ha anche ricordato che “le regole europee dicono che per ottenere gli arresti domiciliari in Italia occorre prima chiederli nel Paese di detenzione”. Il ministro ha poi spiegato che l’esibizione delle catene di Ilaria Salis in aula ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica e non appare in linea con le norme europee.
Le regole dell’Unione
Gli Stati membri dell’Ue sono infatti tenuti ad adottare “misure appropriate” per garantire che indagati e imputati non siano presentati come già colpevoli, salva la possibilità di adottare “misure coercitive necessarie” dipendenti dal caso di specie. “Ho chiesto al governo ungherese di vigilare e intervenire affinché vengano rispettati i diritti della detenuta in attesa di giudizio”, ha detto Tajani.
Il garantismo inspira l’agire del governo italiano, “ciò che conta è sempre la tutela della dignità della persona”, ha detto Tajani. “L’Italia è la culla del diritto, la patria di Cesare Beccaria, e l’azione del governo è sempre votata alla tutela del diritto”, ha affermato il ministro.