La giustiza del doppio binario
Il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden non subirà un processo per aver sottratto documenti sensibili alla Casa Bianca durante il suo mandato da vice presidente. La veneranda età e la memoria inaffidabile del Comandante in Capo delle forze armate statunitensi lo assolvono dai suoi crimini. Per la stessa accusa invece Trump è stato incriminato in un tribunale di Miami, in Florida. Il processo a carico del Tycoon inizierà il 20 maggio prossimo
La sentenza
“Il presidente Joe Biden ha intenzionalmente conservato e divulgato materiali altamente riservati quando era Senatore e quando era Vice Presidente, inclusi documenti sulla politica militare ed estera in Afghanistan e altre delicate questioni di sicurezza nazionale”: questa e’ la conclusione contenuta nel rapporto del Dipartimento di Giustizia, ma tuttavia lo stesso rapporto afferma che il crimine non è tale da giustificare un’ azione penale.
Il rapporto, stilato dal Procuratore Speciale Robert Hur, rappresenta una valutazione aspramente critica della gestione da parte di Biden di documenti “top secret”, ma descrive anche il motivo per cui non dovrebbe essere accusato del crimine. Il Ministro della Giustizia dell’amministrazione Biden, Merrick Garland, nel gennaio 2023 ha nominato Hur, Procuratore Speciale, per gestire l’inchiesta su Biden nel tentativo di evitare conflitti di interesse.
Il rapporto di Hur, che arriva dopo un’indagine durata un anno, afferma che i documenti classificati recuperati nel Penn Biden Center, nel garage della casa di Biden nel Delaware e presso l’Università del Delaware sono stati conservati intenzionalmente da Biden, ma sostiene anche che la veneranda età del Presidente e la sua memoria poco affidabile non ne consigliano l’ incriminazione.
Materiale top secret alla portata di tutti
Le fotografie incluse nel rapporto mostrano alcuni dei documenti classificati sull’Afghanistan conservati in una scatola di cartone consumata, conservata nel garage di Biden, apparentemente insieme ad altri oggetti della casa, tra cui una scala e un cesto di vimini. Documenti classificati dell’amministrazione Obama sono stati trovati anche nel seminterrato di Biden, secondo il rapporto. Nel suo garage sono stati trovati anche documenti classificati del suo periodo al Senato negli anni ’70 e 80′.
Il rapporto afferma che ci sono alcune prove che suggeriscono che Biden sapeva di non poter tenere note classificate scritte a mano a casa dopo aver lasciato l’incarico, citando la sua profonda familiarità “con le misure adottate per salvaguardare le informazioni classificate e la necessità di tali misure per prevenire danni alla sicurezza nazionale”. Eppure conservava quaderni contenenti informazioni classificate in cassetti aperti a casa.
“Aveva forti motivazioni per farlo e per ignorare le regole per consegnare correttamente le informazioni classificate nei suoi taccuini”, si legge nel rapporto. “Consultava liberamente i quaderni e li considerava beni altamente privati e preziosi da cui non era disposto a separarsi”.
Il rapporto su “Biden lo smemorato”
Nel rifiutare di perseguire Biden, l’ufficio di Hur cita quella che ha definito la “memoria limitata” di Biden sia durante le sue conversazioni con gli investigatori l’anno scorso; “Abbiamo anche considerato che, al processo, il signor Biden si sarebbe probabilmente presentato a una giuria, come ha fatto durante la nostra intervista, come un uomo anziano simpatico, ben intenzionato e con una scarsa memoria“, scrive Hur.
“Nella sua intervista con il nostro ufficio, la memoria del signor Biden è stata valutata inaffidabile”, afferma il rapporto. “Non si è ricordato di quando era vicepresidente, dimenticando quando è iniziato e finito il suo mandato. Non ricordava quando suo figlio Beau era morto.” E gli esempi ulteriori sulla sua scarsa memoria si sprecano.
La difesa del presidente
In una dichiarazione a caldo sul rapporto di Hur, gli avvocati di Biden hanno criticato la caratterizzazione del consigliere speciale della memoria del loro cliente come nebulosa e priva di precisione, definendo il linguaggio altamente pregiudizievole nel riferirsi a un evento comune tra i testimoni: una mancanza di ricordo su eventi vecchi di anni.
L’avvocato della Casa Bianca, Richard Sauber, ha affermato che Biden prende sul serio le informazioni classificate e “si sforza di proteggerle”, ma commettere errori quando si imballano i documenti alla fine di un’amministrazione può essere un evento comune.
“Non siamo d’accordo con una serie di commenti imprecisi e inappropriati nel rapporto del Procuratore Speciale; ciononostante, la decisione più importante presa dal procuratore speciale – che non c’e’ incriminazione – è saldamente basata sui fatti e sulle prove”, ha detto Sauber.
Il fuoco amico contro Biden
Premesso che il Procuratore Speciale Hur è stato nominato dal Ministro della Giustizia dell’amministrazione Biden, Merrick Garland, nel gennaio 2023, proprio per gestire l’inchiesta politicamente sensibile del Dipartimento di Giustizia, nel tentativo di mitigare il palese conflitto di interessi, i dubbi degli americani sono più che giustificati. Infatti nel Paese si è accesso ulteriormente il dibattito sull’ipotesi che la oramai forte corrente Dem, che intende fermare Biden nella sua corsa alla Casa Bianca, stia vincendo. Secondo alcuni osservatore, la motivazione del Procuratore Hur sarebbe un ulteriore e forse definitivo colpo del “fuoco amico” contro l’inquilino della Casa Bianca. I dati dei sondaggi che riportano la vittoria schiacciante di Trump in uno scontro diretto con Biden , supportano l’ipotesi di una candidatura di Michelle Obama.
Le indagini su Biden e Trump
Le indagini su Trump iniziano, il 9 Agosto del 2022 , con una irruzione mattutina di agenti dell’FBI in assetto anti-sommossa alla residenza di Trump in Florida ed il sequestro di documentazione riservata; l’irruzione e’ ripresa in diretta da tutte le TV con un risalto mediatico senza precedenti. É invece ignota la data di inizio delle indagini su Biden per lo stesso reato. La prima informazione in merito è presentata da Garland il 12 Gennaio 2023 , quando in una conferenza stampa dice che alcuni documenti “top secret” erano stati trovati per caso al Penn Biden Center di Washington. Garland sostiene che l’inizio delle indagini su Biden risalgono ai primi giorni di Novembre 2022, ma non vi è conferma della cronologia degli eventi.
Tre mesi dopo il blitz a casa Trump, Garland, il 18 novembre 2022, nomina l’ex funzionario del Dipartimento di Giustizia Jack Smith come consulente speciale per indagare se Trump stesse conservando impropriamente documenti classificati nella sua dimora in Florida.
La nomina di Hur per indagare su Biden risale invece al 12 Gennaio 2023, nello stesso giorno in cui si apprende che Biden e’ stato trovato in possesso di documenti riservati.
I reati e le virtù dei due imputati
Mentre il reato in questione è identico, differiscono i capi di imputazione per Trump e Biden. Difatti Trump è accusato di non aver cooperato con il Dipartimento di Giustizia e di aver ostacolato le indagini, a Biden invece viene dato il merito di aver offerto piena collaborazione. Va precisato comunque che Trump ha sempre rivendicato la sua innocenza ed il fatto di essere vittima di una caccia alle streghe, mentre Biden non poteva che comportarsi con spirito di collaborazione, visto che il Dipartimento di Giustizia fa parte della sua amministrazione.
I documenti trovati a casa di Trump erano legati al periodo in cui egli era Presidente, quindi legalmente capace di declassificare i documenti; inoltre i documenti erano custoditi con cura e riservatezza. I documenti conservati da Biden risalivano al periodo in cui egli era Senatore e poi a quello in cui era Vide Presidente; in ambedue le posizioni, Biden non aveva nessuna capacita’ di declassificare i documenti, I quali furono trovati in luoghi e situazioni che non garantivano riservatezza.
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