Ucraina, la pace non sarà immediata
Quando Trump, durante la campagna elettorale per le presidenziali, dichiarava che in caso di una sua elezione la guerra in Ucraina sarebbe finita in 24 ore, non intendeva ovviamente alla lettera. Eppure il protrarsi delle trattative, finora senza alcun esito apprezzabile, sembra prefigurare l’impossibilità di un accordo immediato.
Giusto in queste ore l’inviato USA Steve Witkoff ha parlato di colloqui “convincenti” con Vladimir Putin. Sul tavolo l’annessione di 5 territori (finora non specificati, ma dovrebbe trattarsi di Crimea, Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhia).
“C’è molto di più – ha assicurato Witkoff a Fox News – Penso che potremmo essere sull’orlo di qualcosa di molto importante per il mondo intero”. Di cosa si tratti non lo sappiamo ma l’ipotesi è un accordo con Mosca sulla sicurezza reciproca, nonché sulla sua “riabilitazione” di fronte al mondo occidentale. Tutti questi, però, sono i desiderata (se non veri e propri wishful thinking) della Casa Bianca.
La Russia preferisce frenare: “Per la pace non aspettarsi risultati immediati”, replicano dal Cremlino.
Trump in trappola?
Qui sta tutto il dilemma di Trump. Da una parte, infatti, il tycoon non può permettersi (né politicamente né militarmente) di rimanere invischiato troppo a lungo nel pantano ucraino. Dall’altra, non può accettare un Afghanistan 2.0, con gli USA in ritirata precipitosa (seppur con le divise dei soldati ucraini). Il tempo, del resto, sembra sempre più l’asso nella manica di Mosca. Mentre prosegue, lenta ma inesorabile, l’avanzata russa, infatti, esercito e fronte interno ucraino si consumano. Tra questa estate e la prossima potrebbe esserci un punto di svolta, certo non positivo per Kiev.
L’attacco a Biden, Putin e Zelensky
Ecco dunque che si ha la chiara impressione che Putin punti solo a prendere tempo. Probabilmente ormai ne è conscio lo stesso Trump. Da qui le dichiarazioni al vetriolo contro questo o quel responsabile del tritacarne ucraino. Il conflitto in corso, ha scritto sul proprio profilo Truth, è “la guerra di Joe Biden, non la mia”.
“Sono appena arrivato – si giustifica il Presidente USA – e durante i quattro anni del mio primo mandato sono riuscito a impedire senza problemi un simile scenario: Putin mi rispettava, così come chiunque altro”.
Sul banco degli imputati Volodymyr Zelensky e Joe Biden, i quali “hanno fatto un lavoro orribile, hanno permesso alla guerra di iniziare. Avevamo molti modi per prevenire il conflitto”. Oltre a questi due, però, anche Putin è da ritenere responsabile per lo scoppio della guerra secondo il Presidente USA.
Ad ogni modo, ha dichiarato Trump ai giornalisti, “sto solo cercando di fermarla in modo che possiamo salvare molte vite”. Ce lo auguriamo tutti. Che ciò accada in tempi ragionevolmente brevi, però, è tutt’altra questione.
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