In greco antico la parola pharmakon indicava sia una medicina che un veleno. Un monito, insomma, per utilizzare certi rimedi solo quando davvero opportuno. Un’attenzione che nelle società occidentali è purtroppo venuta sempre meno. Questo ci ricorda l’ultimo rapporto del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC), riportato dall’Ansa. Oggi, infatti, si celebra la Giornata europea per la lotta all’antibiotico-resistenza, un momento per educare i cittadini al corretto utilizzo degli antibiotici e ai rischi derivanti da comportamenti errati.
In UE, spiega il rapporto, ogni anno si verificano circa 670mila infezioni di batteri resistenti agli antibiotici. Queste provocano oltre 35mila decessi. Ulteriore cattiva notizia è che circa un terzo, ossia 12mila decessi, è ascrivibile all’Italia, che guida dunque la classifica.
Solo per citare il biennio 2022-23, nel Belpaese 430 mila persone ricoverate in ospedale hanno contratto un’infezione durante la degenza. Si tratta dell’8,2% dei pazienti totali, contro una media comunitaria del 6,5%. Solo il Portogallo presenta un dato peggiore, con l’8,9%.
Questo deriva anche da un’assunzione eccessiva di antibiotici. A questa viene infatti sottoposto il 44,7% dei degenti italiani (la media UE è del 33,7%). Non solo: il 35,5% dei nostri connazionali ha preso almeno un antibiotico nell’ultimo biennio. Nel 2016-2017 tale dato era invece del 32,9%. Come spiega l’Agenzia Italiana del Farmaco, è il classico caso di “cane [che] si morde la coda”. Un “uso così massiccio di antimicrobici – spiega l’AIFA – fa nascere superbatteri resistenti agli stessi farmaci”.
Si stima addirittura che da qui al 2050 la resistenza dei batteri agli antibiotici possa diventare persino la prima causa di morte.
Tale fenomeno, peraltro, presenta pesanti ricadute anche a livello economico. Sarebbero 2,7 milioni i posti letto occupati a causa d’infezioni simili. Tradotto in termini pecuniari, ciò si traduce nella bellezza di 2,4 miliardi l’anno. Doveroso dunque prestare la massima attenzione e rivolgersi sempre al personale medico. Italiano avvisato mezzo salvato.