Tre i documenti d’identità che conserverà inizialmente l’App IO: patente di guida, tessera sanitaria e carta europea della disabilità. Lo ha annunciato Alessio Butti, sottosegretario all’Innovazione, in occasione del G7 sulle nuove tecnologie, tenutosi a Cernobbio. La sperimentazione partirà il 23 ottobre e riguarderà 50mila persone. Tale possibilità verrà poi estesa. Il 6 novembre saranno 250.000 gli italiani che potranno usufruire di questo servizio. Diventeranno 1 milione il 20 novembre e, a partire dal 5 dicembre, comprenderà tutti gli italiani.
Il ministro non ha chiuso la porta ai privati. Società come Ott e Hyperscale, ad esempio, potranno presto affiancare la piattaforma pubblica.
I primi ad essere selezionati riceveranno un messaggio dall’app IO. I documenti archiviati all’interno del portafoglio digitale avranno valore legale, potendo dunque sostituire le versioni cartacee nel disbrigo delle pratiche quotidiane. Da specificare, tuttavia, come la versione digitale della patente di guida al momento valga solo in Italia.
L’obiettivo è quello d’includere a partire dal prossimo anno anche la carta d’identità. Poi solo l’imbarazzo della scelta: dai certificati di nascita alla firma digitale, passando per abbonamenti ai mezzi di trasporto e per la tessera elettorale. Allora sì che si sarà giunti a quel vero e proprio portafoglio digitale italiano dal nome IT-Wallet.
Per accedere, occorrerà una carta d’identità elettronica (Cie) per la maggior parte dei servizi (si tratta di quelli che necessitano di precauzioni maggiori in ambito di sicurezza). Per gli altri basterà invece il semplice Spid.
“Abbiamo cominciato a lavorarci quando due anni fa il governo ha deciso di puntare sulla Carta d’Identità elettronica con l’obiettivo di arrivare a un’identità unica rilasciata dallo Stato”, ha dichiarato il sottosegretario Butti durante l’apertura della ComoLake Conference. “Dopo i primi tre documenti vedremo di implementarne altri, lo estenderemo prima a un milione di utenti e poi alla totalità di quanti vorranno sperimentarlo”.
L’Italia, peraltro, si attesta come il primo Paese europeo ad attivare il portafoglio digitale, in anticipo di quasi due anni rispetto alla scadenza comune del 2026. “Ci impegniamo a condividere le migliori pratiche in ambito di digitalizzazione pubblica – ha dichiarato sempre Butti – con l’obiettivo di rendere i servizi pubblici più accessibili ed efficienti. Inoltre, esploreremo approcci comuni all’identità digitale, un elemento chiave per garantire la sicurezza e la fiducia nel contesto di una trasformazione digitale globale”.





