Di Giuseppe alla cerimonia d’insediamento di Trump
Una folla di 250.000 persone è a Washington per assistere alla cerimonia d’insediamento di Donald Trump. Un numero impressionante di militanti, elettori ed osservatori. Dai privati cittadini ai leader mondiali, sono in tanti a non voler perdere questo appuntamento storico. Tra questi non poteva mancare l’onorevole Andrea Di Giuseppe, sostenitore a viso aperto di Donald Trump e portatore di una visione non allineata al mainstream rispetto a quanto accade oltre Oceano.
A differenza di chi si è allineato per opportunismo, infatti, Di Giuseppe ha sempre caldeggiato il cambio di passo rappresentato dal trumpismo. Una reazione (e utilizziamo il termine senza nessuna accezione negativa) all’omologazione del politicamente corretto e dell’illegalità dilagante. Un argine alle follie woke, alla cancel culture e al sacrificio della classe media sull’altare della globalizzazione.
La fine della globalizzazione e il ritorno alla normalità
Il deputato di Fratelli d’Italia, eletto nella circoscrizione estera Nord e Centro America, ha pubblicato pochi minuti fa un post sulla sua presenza nella capitale federale. “Sono a Washington per il giuramento del presidente Trump – ha scritto Di Giuseppe – Oggi è un momento storico per il mondo, un passaggio epocale che sancisce la fine definitiva della globalizzazione concepita da lobby finanziarie e burocratiche. È la transizione dagli inganni, dai sotterfugi, dalla prevaricazione, dall’oppressione, dallo sfruttamento delle classi medie, delle piccole e medie imprese al ritorno alla normalità. L’America e il mondo intero sono stati ostaggio di una corrente politica ipocrita, falsamente progressista e liberale”.
“È giunto il momento di riaffermare i valori fondamentali – ha continuato il deputato italiano – di ripristinare i confini e di riscoprire le radici culturali, religiose e sociali che ci uniscono. È tempo di tornare a rispettarci, ad amarci e ad avviare una nuova era di prosperità. È tempo di rimettere le persone al centro della scena.
Bentornato Presidente Trump”.
L’America della sbornia unipolare, insomma, non esiste più. La realtà ha avuto la sua rivincita.