Venezuela, ONU: “Valanga di violazioni dei diritti umani”
A settimane di distanza dalle presidenziali venezuelane, tenutesi lo scorso 28 luglio, non si placano le polemiche, mentre cresce la tensione nel Paese e a farne le spese, tra gli altri, ci sono moltissimi connazionali. Come è noto, infatti, in Venezuela la comunità italiana e di italo-discendenti è molto numerosa. Storicamente, peraltro, si tratta di persone non propriamente allineate con il governo chavista di Maduro e dunque più inclini a finire nel mirino della repressione.
Anche per questo è fondamentale mantenere accesi i riflettori sugli italiani imprigionati o spariti nel corso delle proteste. Un’attenzione, chiaramente, che nulla toglie alle sofferenze del popolo venezuelano nella sua totalità. Non a caso, la scorsa settimana una missione internazionale indipendente delle Nazioni Unite aveva rivolto un appello a Maduro. “Il governo del Venezuela deve fermare immediatamente la crescente repressione che sta scuotendo il Paese dalle elezioni presidenziali del 28 luglio, e indagare a fondo sulla valanga di gravi violazioni dei diritti umani che si stanno verificando”.
“Le proteste di strada, così come sui social network, nelle settimane successive alle elezioni, hanno aperto la strada a una feroce repressione da parte della macchina statale, diretta dalle sue massime autorità, creando un clima di paura diffuso” ha spiegato la commissione d’inchiesta, che ha anche definito la vittoria di Maduro una frode “senza precedenti in America Latina”.
Di Giuseppe: “Impegno costante per tutelare gli italo-venezuelani”
Ai microfoni di Italia Report USA l’onorevole Andrea Di Giuseppe ha commentato l’impegno in favore dei nostri connazionali detenuti in Venezuela. “Attualmente stiamo lavorando con l’Ambasciata venezuelana in Italia su due fronti – spiega il deputato di FdI eletto nella circoscrizione America settentrionale e centrale – Il primo riguarda la regolarità delle elezioni: siamo in attesa dei relativi documenti che analizzeremo con attenzione. Il secondo concerne invece gli italiani reclusi in Venezuela per reati d’opinione”.
“Si tratta di una decina di connazionali – prosegue Di Giuseppe – su cui stiamo monitorando costantemente gli sviluppi. In questi casi, vista la complessità dello scenario, bisogna agire con estrema cautela, pur non cessando di chiedere all’ambasciatrice venezuelana l’adeguata tutela della nostra comunità. Comunità, ricordiamolo, che in Venezuela supera (compresi ovviamente i discendenti) il milione e mezzo di persone. Su questo come su altri dossier resto in costante contatto con la Farnesina. La sfida è quella di difendere il rispetto dei diritti umani fondamentali senza inciampare in ingerenze nei sistemi giudiziari altrui”.