La 78° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, ha visto consegnare il
Leone d’Oro alla Carriera, all’attore e regista Roberto Benigni che ha subito commentato così:
“Mi meritavo un gattino, un micino, ma un Leone d’Oro alla carriera, qui a Venezia, è il premio più bello che si possa desiderare”.
Questo premio, secondo il comico, non è suo, ma della compagna di sempre, Nicoletta Braschi.
“Non te lo posso dedicare a te perché è tuo, sarai tu a decidere a chi dedicarlo”.
Il discorso di Benigni è in assoluto una dedica d’amore alla Braschi. Dedica che, nel giro di poche ore, si ritorce contro lo stesso comico, il quale viene accusato di plagio da Vittorio Sgarbi, in quanto, diverse frasi pronunciate nel discorso, sono tratte da alcuni passaggi scritti dal poeta argentino Jorge Luis Borges e dallo scrittore Vladimir Nabokov.
Polemiche che si sono protratte per giorni. Plagio? Non plagio? Ha fatto bene? Ha fatto male?
Dal mio punto di vista, prendendo a prestito una frase enunciata da un amico di Roberto Benigni, Massimo Troisi e con il quale Benigni ha girato un film che tutti ricorderanno, Non ci resta che piangere. La frase viene detta, neanche a farlo apposta, ne “Il postino”, film di cui ho parlato nel precedente articolo e che dice “La poesia non è di chi la fa, ma di chi gli serve”
Polemiche che comunque hanno offuscato solo parzialmente il meritato premio.
Roberto Benigni attore.
Dal mio punto di vista, non tutto quello che ha fatto Benigni, mi è piaciuto, anzi, soprattutto gli ultimi lavori, li ho trovati molto deludenti.
Quindi non si meritava il Premio? No! Lo meritava assolutamente, soprattutto per certi film capolavori e per la sua capacità di trattare argomenti delicati, con un’ironia senza eguali.
Capolavori come il Piccolo Diavolo con Walter Matthau e… il suo “modello Giuditta”, diventato epico ed entrato nel gergo di tutti noi per anni e anni; a Non ci resta che piangere, già citato prima, al divertentissimo Johnny Stecchino e al film che l’ha consacrato a livello internazionale, La Vita è Bella.
A proposito di quest’ultima pellicola, come puoi far ridere, parlando dell’Olocausto? Benigni ci è riuscito! In quel film, c’è una delle sequenze più comiche di tutta la storia del cinema e mi riferisco alla traduzione dal tedesco all’italiano delle regole del campo di concentramento. Chi vuole risentirle, le può trovare a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=_bvQOsXPg0k
Ricordo perfettamente che dovetti uscire per qualche minuto dalla sala, perché non riuscivo a fermarmi dalle risate.
Un premio alla carriera, che forse vale più di altri, perché è una cosa più unica che rara, la premiazione di un comico.
Benigni, non solo ha ricevuto sino ad ora molti premi importanti, tra i quali non possiamo dimenticare un Oscar come Miglior Attore per il film, La Vita è Bella.
Chiudo citandovi un altro suo piccolo capolavoro del 1983, dove si cimentò anche alla regia,
Tu mi Turbi, un film originariamente in 4 episodi, ma che uscì solo con tre. Per chi non l’avesse visto, vi dico solo che il primo episodio “Durante Cristo…”, Benigni interpreta la babysitter di Gesù!
Enjoy
Complimenti per questa tua ennesima iniziativa! Il commento su Benigni mi sembra calzante e scritto da una penna all’altezza!!