Ennesimo dietrofront per la vendita di Ita Airways. Il Governo Meloni riapre il dossier della vendita della compagnia italiana. Il motivo è che il fondo americano Cervantes – che risultava aggiudicatario con gli alleati commerciali Delta Air Lines e Air France-Klm – a parere del Ministro Giorgetti non garantisce il futuro della società.
Mancherebbero garanzie commerciali perché il Fondo Cervantes ha credenziali finanziarie più che industriali. In effetti le due compagnie in cordata – Delta e AirFrance-Klm . non entravano nella gestione societaria ma avrebbero garantito solo accordi commerciali sulle rotte. Condizione non sufficiente – a parere del Ministro Giorgetti – per assicurare che la società continui a volare.
Garanzie invece che si avrebbero dalla cordata Msc-Lufthansa che assicurerebbe finanza e solidità commerciale.
Il governo Meloni smentisce dunque le rassicurazioni del precedente governo Draghi che il 31 agosto scorso aveva scelto Certares per proseguire la trattativa in esclusiva. Governo Draghi che aveva – lo ricordiamo – Giancarlo Giorgetti come ministro dello Sviluppo economico, che – in verità – è sempre stato dubbioso sulla bontà della scelta di Cervantes per la trattativa definitiva per la cessione del controllo di Ita.
Come proseguirà la vicenda non è oggi immaginabile. Il Mef potrebbe scegliere in alternativa di trattare con Msc- Lufthansa ovvero aprire a nuove cordate. Potrebbe ad esempio invitare nuovamente il Fondo Indigo Partners, che agli inizi del 2022 inviò una manifestazione d’interesse per l’acquisto di Ita, allora non presa in considerazione.
Cervantes potrebbe ovviamente rilanciare cercando di coinvolgere uno dei due partner commerciali, in particolare Air France-Klm e rassicurare il Mef.
Perché Draghi optò per Cervantes
Uno dei motivi che risultò rassicurante per il Presidente Draghi fu la disponibilità di Centares-Air France-Delta a cedere al ministero dell’Economia il 40-45% di Ita Airways. Un’ottima condizione questa per lo Stato Italiano che se avesse voluto vendere, avrebbe potuto farlo a un prezzo prestabilito. Il Mef avrebbe avuto così ampi margini di manovra oltre a due posti sui cinque nel consiglio di amministrazione e la possibilità di nominare il presidente. Condizione che invece Msc e Lufthansa non garantivano in quanto avrebbero lasciato al Mef solo il 20%. Lufthansa infatti si è sempre detta interessata al vettore italiano ma solo se ci fosse l’intenzione di privatizzarlo sul serio, ovvero senza una co-gestione con Ita.