Dazi, ancora scintille tra Tajani e Salvini
Che sia il “gioco delle parti”, una convinzione profonda, oppure entrambe, continua il punzecchiamento reciproco tra Lega e Forza Italia. Oggetto del contendere questa volta i dazi introdotti da Trump, un vero e proprio terremoto economico globale. A margine del consiglio nazionale di Forza Italia, il leader azzurro Antonio Tajani ha replicato alla posizione della Lega. Il Carroccio, infatti, ha chiesto di scavalcare Bruxelles e trattare direttamente con Washington.
“Io non faccio polemica – ha dichiarato Tajani – dico solo che trattare con gli USA in materia commerciale è competenza esclusiva della Commissione Europea. Non tocca a noi trattare. Un conto è la trattativa sul piano di export, ma quella sui dazi la fa solo la Commissione UE. Queste sono le norme e i trattati, quando si parla si dovrebbero conoscere regole e diritto”.
“Sia chiaro che noi difendiamo l’Europa, continueremo a difenderla, l’Europa è la nostra casa – ha precisato – io non farei mai parte di un governo antieuropeo quindi questo deve essere chiaro, per fortuna mi pare che il Presidente del Consiglio Meloni abbia fatto sempre scelte a difesa dell’Unione Europea”.
Il leader di Forza Italia: “Sì all’internazionalizzazione, no alle delocalizzazioni”
Tajani risponde anche alle aziende che vorrebbero delocalizzare negli Stati Uniti. “Io sono contrarissimo – ha commentato il vicepremier e Ministro degli Esteri – io sono per l’internazionalizzazione. Scappare dall’Italia sarebbe un atto non coerente con quello che dovrebbe fare un imprenditore italiano”.
Parimenti Tajani prova a riportare le novità provenienti oltre Atlantico alle giuste proporzioni. “Non bisogna drammatizzare sui dazi – ha infatti spiegato il leader forzista – perché toccheranno solo lo 0,3% del Pil europeo, quindi bisogna reagire”.
Queste insomma le ultime dichiarazioni provenienti dal partito moderato. Resta da vedere dunque quale sarà il prossimo capitolo della saga. Certamente, infatti, la Lega non resterà con le mani in mano di fronte alla possibilità di un avvicinamento con gli USA e di un distanziamento da Bruxelles.





