Durante la diretta social di venerdì, Matteo Salvini è tornato sul tema della riapertura delle case chiuse. Lo ha fatto dopo che un utente di nome Raffaele aveva chiesto il suo parere in merito. Con la schiettezza che lo contraddistingue, Salvini ha risposto senza giri di parole.
“Sono personalmente a favore della regolamentazione del mestiere della prostituta o del prostituto – ha spiegato il vicepremier nonché ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – tolto dalle strade, tolto dallo sfruttamento. Non sta a me dare giudizi morali. Mi pagate per risolvere i problemi, non per dare giudizi morali. Però, controllate sanitariamente, pagando le tasse, non in mezzo a una strada mezzi nudi ma in luoghi chiusi e sicuri, sia per loro che per i clienti, non vedrei nulla di strano a esercitare, controllare, regolamentare e tutelare anche questo lavoro”.
La riflessione di Salvini probabilmente non inaugurerà uno sforzo del governo per legiferare su un tema così spinoso. Riapre però la vecchia questione su quale sia la posizione migliore da adottare nei confronti di questo fenomeno. Da quando nel 1958 passò la legge Merlin il dibattito sulle case chiuse non si è infatti mai spento.
Ad oggi sono 7 i Paesi UE dove la prostituzione è legale. In Italia questa non è illegale, anche se lo sono alcune condotte collaterali. I tipici casi riguardano lo sfruttamento, il favoreggiamento e l’induzione. Per chi volesse approfondire a livello giuridico (ma facilmente comprensibile) in cosa consistano esattamente rimandiamo al presente link.
Inquadramento giuridico a parte, è chiaro che la chiusura delle case chiuse non ha impedito in concreto l’esercizio della prostituzione. Molti quindi si chiedono se la regolamentazione non possa apportare benefici in termini di salute pubblica, introiti fiscali e tutela previdenziale e professionale delle prostitute. Chissà se le dichiarazioni di Salvini resteranno una riflessione estemporanea o riapriranno seriamente la vexata quaestio.
Gli italiani sul tema appaiono divisi. Nel 2020 un’indagine Eurispes aveva evidenziato una spaccatura quasi a metà, con il 50,5% di favorevoli a fronte del 49,5% di contrari. Che la polarizzazione politica passi a breve anche dalle case chiuse?




