La fuga, poi lo schianto: ecco come è morto Ramy Elgaml
Non si placano i disordini dopo i drammatici eventi risalenti alla notte tra sabato e domenica scorsi, quando, nel quartiere Corvetto di Milano, un incidente è costato la vita a un ragazzo di 19 anni di origini egiziane, Ramy Elgaml.
Il giovane, che viaggiava come passeggero a bordo di un motorino TMax, è stato sbalzato dal mezzo, finendo contro il muretto di una stazione di benzina. Immediatamente soccorso dai sanitari del 118, è deceduto poco dopo l’arrivo al Policlinico.
Il ragazzo che era alla guida del motorino, un 22enne di origine tunisina, ha riportato diverse ferite, ma non è in pericolo di vita. Trasferito in ospedale, è tuttora piantonato. Il Pm ne ha disposto l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale. La vittima e l’amico stavano provando a fuggire a un posto di blocco dei carabinieri, che gli avevano imposto l’alt in via Farini.
L’inseguimento è durato circa otto minuti. Il motorino e l’auto dei militari hanno percorso circa 8 chilometri, fino a quando il mezzo a due ruote non si è schiantato contro un muretto. Durante la corsa, Ramy avrebbe perso il casco, che probabilmente indossava senza averlo opportunamente agganciato.
I carabinieri, che si stanno occupando delle indagini, hanno visionato le immagini delle telecamere della zona. Dai primi accertamenti, come riferisce La Repubblica, potrebbe esserci stato un urto accidentale tra la vettura dei militari e il TMax su cui viaggiavano i due giovani, proprio nel momento il cui il conducente del mezzo cercava di sterzare a sinistra per proseguire la fuga.
Sull’eventuale contatto tra l’auto e il motorino occorrerà attendere i risultati dei rilievi della polizia locale. Intanto, il pubblico ministero a cui è stata affidata l’indagine ha disposto l’esame autoptico sul corpo della vittima.
I primi disordini dopo la morte di Ramy
Gli eventi che si sono susseguiti dalla morte di Ramy Elgaml hanno portato a disordini e manifestazioni da parte di amici, familiari e coetanei del 19enne, spinti dalla richiesta di “Verità per Ramy”. I manifestanti sono convinti che quello di sabato notte non sia stato un incidente. Ipotesi che al momento non trova alcun riscontro nelle indagini, ma sulla quale sono comunque in corso degli accertamenti.
Le prime manifestazioni di protesta sono partite da via Ripamonti, il luogo dell’incidente, dove nel tardo pomeriggio di domenica un presidio con fiori e striscioni è rapidamente degenerato in un blocco del traffico. Durante questi momenti di tensione, un automobilista ha violentemente superato la fila di auto, investendo quattro persone – tre ragazzi di 11, 14 e 19 anni e una ragazza di 14 – due dei quali hanno riportato fratture multiple e hanno necessitato di oltre quaranta giorni di prognosi. L’automobilista, un 30enne egiziano incensurato, ha cercato di darsi alla fuga, ma è stato successivamente rintracciato dalla polizia, che lo ha arrestato per lesioni aggravate e omissione di soccorso.
La tensione ha continuato a salire nella notte tra domenica e lunedì quando una cinquantina di giovani ha dato vita a nuovi disordini al Corvetto, dove la vittima risiedeva, incendiando diversi cassonetti lungo la strada e lanciando petardi contro le forze dell’ordine. A partire da ieri notte, inoltre, sono stati segnalati diversi episodi di vandalismo e tafferugli, culminati in attacchi a mezzi pubblici e scontri con gli agenti.
Un filobus della linea 93 è stato assaltato e vandalizzato da alcuni manifestanti, che lo hanno ricoperto di scritte in memoria di Ramy. Un bilancio importante, che ha messo in luce le preesistenti crepe tra la comunità locale e le forze dell’ordine. La polizia ha risposto con cariche di alleggerimento e lacrimogeni per disperdere la folla.
La Questura di Milano ha riconosciuto la necessità di rinforzi per affrontare le potenziali tensioni nel quartiere Corvetto, specialmente in vista della Prima della Scala, un evento che richiede una maggiore vigilanza. Si prevede l’invio di circa trenta agenti per garantire sicurezza e ordine pubblico.
Il quartiere Corvetto tra vecchi e nuovi rancori
Il quartiere Corvetto è da anni considerato una delle aree più problematiche del capoluogo lombardo. Il degrado urbano, l’abusivismo e la marginalizzazione sociale hanno contribuito a generare un contesto di crescente insoddisfazione tra i residenti. Le rappresaglie di questi giorni non sono un episodio isolato, bensì la sintomatologia di problematiche più profonde. La morte del 19enne egiziano è diventata il catalizzatore di una frustrazione crescente, inasprendo antichi rancori.
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