All’indomani del GP di F1 di Miami si tirano le somme, e non sono tutte positive.
Dopo la prima edizione lo scorso anno in verità ci si attendeva qualcosa in più dall’organizzazione. L’evento del 2022 aveva fatto sognare il mondo presentando una capacità organizzativa ed un coinvolgimento della città che onestamente quest’anno si è visto poco, o quanto meno ci si attendeva di più.
Non vorremmo che questo si traducesse in un passo falso, si perché questo è l’anno della concorrenza americana.

Quello di Miami è invece un tracciato “cittadino” della lunghezza di 5.410 metri. In verità di cittadino ha molto poco visto che il Miami International Autodrome è adiacente al complesso dell’Hard Rock Stadium di Miami Gardens, a nord della città. Anzi è costruito proprio nel parcheggio dello stadio.
Non siamo dunque nella città come si potrebbe immaginare ma le peculiarità del percorso sono molte. In primis perchè questa location celebra un matrimonio tra due degli sport più amati negli Usa e forse nel mondo. Il Gran Premio infatti si è corso di fatto accanto alla casa dei Miami Dolphins, celebre squadra della NFL (National Football League).
Quest’anno si è voluto andare anche oltre. L’organizzazione infatti ha realizzato l’area del paddock proprio all’interno dello stadio. In casa Dolphins dunque.
La cerimonia pre-gara in verità ha alquanto deluso. I piloti sono stati presentati dal rapper LL Cool J con delle descrizioni a tratti tragicomiche – come quella di Esteban Ocon, definito “amico di Pierre Gasly” . Ma tutto questo diventa ancora più stridente se, come successo a Miami, allo spettacolo dell’avvicinamento alla gara fa seguito un GP di una noia insopportabile.
Il circuito in realtà è molto bello ed impegnativo. Sono presenti tre rettilinei e 19 curve con diverse variazioni altimetriche. E anche se è all’interno del parcheggio dello stadio si può guardare anche da bordo piscina vera.
Dominicali è contento ma non nasconde di contare molto anche su Las Vegas: “Siamo contenti dei progressi. L’efficienza del progetto è il risultato dell’incredibile collaborazione tra il team del GP di Las Vegas e i nostri team di design e costruzione. L’edificio del Paddock sarà lungo 300 metri, largo 30 e alto tre piani. Sarà il più grande di tutto il mondiale. Sul tetto ci sarà un pannello LED da 2.600 metri quadri con la forma del logo F1, che può offrire opportunità di sponsorizzazione senza precedenti. Volando sopra Las Vegas, capirai che la F1 ha stabilito una propria casa permanente negli Stati Uniti. Potremo monetizzare il pannello LED e mostrare sponsorizzazioni di terze parti negli anni futuri. Insomma, concorrenza vera!
Delusione Ferrari al GP di Miami
Deludenti, almeno per l’Italia il risultato al traguardo. La Ferrari a Miami sembra abbia fatto addirittura un passo indietro rispetto a Baku. Sul difficile tracciato di Miami la Ferrari SF-23 è stata incostante.
Tra i due piloti Sainz è stato più performante ma la vettura non rende come dovrebbe ed è davvero ancora lontana dalle altre vetture. Anche i piloti non sono stati impeccabili. Leclerc ha sbagliato in qualifica finendo nel muro e in gara ha faticato parecchio, forse anche per le sue condizioni fisiche non ottimali dovute proprio all’incidente in prova. Sainz, invece, si è reso protagonista di un eccesso di velocità in pitlane. Si può e si deve fare meglio, a cominciare da Imola, dove la Rossa porterà altri aggiornamenti.
Eccellente ancora una volta invece la Red Bull che porta a casa una con posizioni invertite rispetto a Baku. Ha vinto Max Verstappen davanti a Sergio Perez.







