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L’Italia finanzia la ricostruzione del sistema elettrico in Ucraina

Il governo italiano ha ratificato un accordo con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Roma erogherà 100 milioni di euro (e altrettanti la Bers) per ripristinare la capacità energetica di Ukrhydroenergo, la principale società idroelettrica ucraina.


Redazione by Redazione
Settembre 3, 2024
in Attualità, Economia, Esteri, Politica, Ultimissime
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Palazzo Chigi manovra finanziaria
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Ucraina, finanziamento congiunto Italia-Bers da 200 milioni

Dopo il drammatico salasso in termini di vite umane, a preoccupare Ucraina e alleati sono le impressionanti devastazioni materiali. Con una popolazione più che dimezzata rispetto al 1991 e il costo della ricostruzione stimato in quasi 500 miliardi di dollari, il futuro per Kiev appare tutt’altro che roseo. L’onere della ricostruzione, non è un mistero, ricadrà quasi integralmente sui Paesi europei, come Washington ha già fatto ampiamente capire.

Gli Stati Uniti, in sostanza, si sono caricati il peso maggiore per quanto concerne le spese militari. Gli europei, divisi e ancora sotto shock, dovranno invece assumersi il compito titanico di rimettere in piedi ciò che resterà dell’Ucraina. Il tutto, peraltro, con il conflitto che sembra ben lungi dal cessare in tempi brevi. Intanto, però, ogni Paese prova a fare la sua parte. Nel corso del Consiglio dei Ministri di venerdì, ad esempio, il governo italiano ha approvato un DDL che ratifica il cofinanziamento di Italia e Bers per la ricostruzione del sistema elettrico in Ucraina.

Queste erogheranno un finanziamento congiunto di 200 milioni di euro (100 dei quali a carico del MAECI). Tale finanziamento è finalizzato a ripristinare la capacità energetica della Ukrhydroenergo. Si tratta della principale società idroelettrica ucraina e ha ricevuto un durissimo colpo nel giugno dello scorso anno, con la distruzione della diga di Nova Khakovka. Ma ovviamente a essere messo a dura prova è tutto il sistema energetico dell’Ucraina. Solo per restare all’idroelettrico, infatti, rispetto all’anteguerra Putin è riuscito a ridurre la produzione ucraina di un terzo. Danni ben maggiori si sono registrati in altri comparti, come nel caso dell’energia termica, la cui produzione è calata dell’80%.

Ora la palla passa al Parlamento italiano, con l’esecutivo che auspica un iter rapido, in modo da dare sollievo alla popolazione ucraina. Questa è sempre più soggetta alle interruzioni programmate di energia, come se non bastassero lutti e disagi quotidiani di ogni tipo.

“Il disegno di legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri – riporta una nota della Farnesina – più precisamente, reca la ratifica ed esecuzione di quattro accordi riguardanti il ripristino emergenziale delle centrali idroelettriche in Ucraina in collaborazione con la BERS: un accordo quadro, un accordo di garanzia, di supporto al progetto e cessione e, infine, una dichiarazione di adesione tra la Società per azioni Ukrhydroenergo, il Governo della Repubblica italiana e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.

Un altro tassello del ruolo italiano nell’immaginare il post-conflitto. Già nell’aprile dello scorso anno si era tenuta a Roma una conferenza bilaterale Italia-Ucraina con oltre 700 partecipanti. Per non parlare della connessione speciale del nostro Paese con la città di Odessa, riconosciuta in più occasioni dallo stesso sindaco. Un impegno a 360° che permetterà all’Italia di ospitare nell’estate del 2025 la Conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina.

 

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