Che il dialogo tra Mosca e Washington passi anche dalla tragedia sul Potomac?
Gli Stati Uniti e la Russia piangono insieme le 67 vittime provocate dallo scontro nei cieli di Washington tra il volo di Psa Airlines e un elicottero militare. Nell’incidente, infatti, sono morti anche degli atleti, sia russi che americani, di ritorno dai campionati statunitensi di pattinaggio di figura, a Wichita, in Kansas. Tra questi Evgenia Shishkova, 52 anni, e Vadim Naumov, 59, campioni del mondo nel 1994 e dal 1998 negli USA come allenatori. Con loro purtroppo anche il figlio Maxim, atleta 23enne e cittadino americano.
Un dramma comune che non ha potuto che unire, almeno per un momento, le due potenze rivali. Tra le vittime anche l’ex pattinatrice sovietica Inna Volyanskaya, di 59 anni.
“Siamo grati alle autorità americane – si legge in una nota dell’ambasciata russa a Washington – con le quali siamo in costante contatto, per le parole di sostegno alle famiglie delle vittime e la loro disponibilità ad aiutare nel trasferimento in patria dei resti dei deceduti. Aspettiamo di ricevere presto dal Dipartimento di Stato informazioni sui cittadini russi deceduti”.
Specularmente, Mosca ha voluto esprimere il suo lutto per i cittadini americani morti nello scontro aereo. Lo ha fatto attraverso la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, Questa ha espresso “sincere condoglianze alle famiglie e a tutti gli americani”.
“Siamo in contatto con Mosca – ha fatto sapere il presidente Trump – faciliteremo il rimpatrio delle vittime russe”. Sul volo erano presenti anche persone di altra nazionalità (ma nessun italiano). Il tycoon ha assicurato di comunicare al più presto la loro identità ai Paesi di origine. “In momenti come questo – ha spiegato sempre nella conferenza stampa di ieri, aperta da un minuto di silenzio – le differenze tra gli americani e gli stranieri non esistono, siamo tutti fratelli”.
La speranza è che tale solidarietà e vicinanza umana possano presto estendersi a tutti i teatri di crisi, soprattutto quelli più cruenti, affinché le famiglie di tutte le parti in causa non debbano piangere continuamente lutti.