Soddisfazione per il ripristino del Columbus Day
Nei giorni scorsi un annuncio del Presidente Trump aveva scatenato l’esultanza degli italoamericani. Il 28 aprile, infatti, il tycoon aveva reso noto di aver ristabilito in pompa magna il Columbus Day. “Cristoforo Colombo è tornato!”, aveva scritto l’inquilino della Casa Bianca.
“Sto facendo risorgere il Columbus Day dalle ceneri – aveva continuato – I Democratici hanno fatto tutto il possibile per distruggere Cristoforo Colombo, la sua reputazione e tutti gli italiani che lo amano così tanto. Hanno abbattuto le sue statue e non hanno messo altro che ‘WOKE’, o peggio ancora, niente di niente! Beh, sarete felici di sapere che Cristoforo farà un grande ritorno. Con la presente, ripristinerò il Columbus Day con le stesse regole, date e luoghi, come è stato per tutti i decenni precedenti!”.
Alla decisione di Trump è seguito il plauso, tra gli altri, della Conference of Presidents of Major Italian American Organizations (COPOMIAO). Si tratta di un ente no profit e apolitico che riunisce i presidenti delle principali organizzazioni italoamericane. Nata nel 1975, la COPOMIAO rappresenta 71 gruppi associativi che promuovono appunto l’identità italoamericana.
Celebrare Colombo e rispettare i nativi americani non è una contraddizione
“COPOMIAO, che ha trascorso gli ultimi cinque anni guidando iniziative legali e di advocacy in tutto il paese per preservare i monumenti e le festività dedicate a Colombo, ha accolto con favore l’annuncio del presidente Donald Trump […] in cui si è impegnato a onorare solo il navigatore italiano il secondo lunedì di ottobre, ponendo fine al doppio riconoscimento del Columbus Day e dell’Indigenous Peoples’ Day a livello federale”, recita una nota dell’organizzazione.
“Tuttavia – continua il comunicato – la COPOMIAO sostiene da tempo la celebrazione dei popoli indigeni, il venerdì dopo il Ringraziamento, dichiarato Giorno del patrimonio nativo americano nel 2008 dal presidente George W. Bush, oppure il 9 agosto, data designata dalle Nazioni Unite come Giorno dei popoli indigeni”.
“Mettere i gruppi l’uno contro l’altro, sia attraverso il doppio riconoscimento che sostituendo completamente il Columbus Day, non è mai stata una vera soluzione, ma piuttosto una misura politica per compiacere un gruppo di elettori rispetto a un altro”, ha affermato il presidente di COPOMIAO/ISDA, Basil Russo. “Continueremo i nostri sforzi legali per preservare il Columbus Day, sostenendo al contempo il riconoscimento e la celebrazione di tutte le culture”.
Le origini del Columbus Day
“Lo scorso ottobre – fa sapere l’organizzazione – la COPOMIAO ha fatto notizia quando ha stretto legami con la Native American Guardian’s Association (NAGA), riunendo le due comunità per una celebrazione culturale alla parata del Columbus Day di Chicago. Gli oppositori delle statue e delle festività dedicate a Colombo sostengono che le parate e i monumenti rappresentino il colonialismo o la schiavitù. Ironicamente, l’immagine del navigatore fu inizialmente accolta per promuovere una maggiore accettazione dei primi immigrati negli Stati Uniti”.
“Nel 1892 – spiega la COPOMIAO – il presidente statunitense Benjamin Harrison organizzò la prima parata nazionale del Columbus Day a New York City, con l’obiettivo di appianare una crisi diplomatica tra Stati Uniti e Italia. Il tumulto era scoppiato un anno prima, quando la più grande folla inferocita mai radunatasi sul suolo statunitense aveva assassinato 11 innocenti immigrati italiani per le strade di New Orleans. La parata del presidente Harrison a New York, che attirò un milione di partecipanti, ispirò gli italoamericani per tutto il Novecento a erigere statue di Colombo e a organizzare parate in tutti gli Stati Uniti, a simboleggiare il loro impegno per l’assimilazione. Oggi, il Columbus Day celebra l’orgoglio e la tradizione italoamericana”.





