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Nascosti conti correnti al fisco americano, Credit Suisse sborserà 511 milioni di dollari

La banca elvetica ha violato un accordo del 2014 con gli Stati Uniti. I clienti aiutati rischiano il carcere per evasione fiscale.

Ernesto Ferrante by Ernesto Ferrante
Maggio 7, 2025
in Attualità, Ultimissime
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Nascosti conti correnti al fisco americano, Credit Suisse sborserà 511 milioni di dollari
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La banca svizzera Credit Suisse, ora di proprietà del colosso bancario Ubs, ha raggiunto lunedì sera un accordo extragiudiziale con il governo statunitense per pagare quasi 511 milioni di dollari per evasione fiscale. In precedenza, Credit Suisse aveva ammesso nel 2014 di aver favorito l’evasione fiscale, pagando una multa di 2,6 miliardi di dollari.

  • La reiterazione della condotta di Credit Suisse
  • La nota del Dipartimento di Giustizia Usa
  • La connivenza per eludere il fisco statunitense
  • L’accordo firmato
  • La collaborazione di UBS
  • La precisazione del colosso elvetico

La reiterazione della condotta di Credit Suisse

All’epoca, si è trattato della sanzione più elevata mai imposta in un caso del genere negli Stati Uniti. Tuttavia, poiché la banca ha successivamente reiterato la condotta, dando nuovamente la possibilità ai contribuenti statunitensi di nascondere beni in conti offshore, è stata nuovamente multata. Ubs non era coinvolta nel mancato pagamento delle tasse, ma ha ereditato il problema quando ha acquisito la “rivale”. “L’intesa siglata con il Dipartimento di Giustizia (DOJ) significa che la questione è ora chiusa”, ha affermato Ubs.

La nota del Dipartimento di Giustizia Usa

Il DOJ ha precisato che la banca elvetica si è dichiarata colpevole di aver nascosto oltre 4 miliardi di dollari in almeno 475 conti offshore alle autorità fiscali statunitensi. L’ammissione è stata il frutto di anni di indagini molto articolate da parte delle autorità statunitensi. Anche Credit Suisse Singapore è stata ritenuta colpevole di aver gestito conti non dichiarati per cittadini statunitensi, per un valore totale superiore a 2 miliardi di dollari.

La connivenza per eludere il fisco statunitense

Secondo i documenti del tribunale, tra il 2010 e il luglio 2021, Credit Suisse AG e i suoi dipendenti hanno collaborato con clienti statunitensi e altri soggetti per gestire conti offshore non dichiarati, falsificare registri ed elaborare documenti fittizi. Tutte azioni che, secondo il Dipartimento di Giustizia, hanno favorito la continua evasione fiscale e la non conformità alle leggi federali in materia di rendicontazione.

“Tra le altre azioni fraudolente, i banchieri di Credit Suisse hanno falsificato registri, elaborato documenti fittizi per donazioni e gestito conti per oltre 1 miliardo di dollari senza la documentazione di conformità fiscale”, ha osservato ancora il Dipartimento.

In questo modo, non solo hanno permesso ai clienti di eludere la presentazione delle richieste dichiarazioni FBAR (Foreign Bank and Financial Accounts), ma hanno anche violato i termini dell’accordo di patteggiamento stipulato da Credit Suisse con gli Stati Uniti nel maggio di 11 anni fa, che imponeva alla banca di astenersi da ulteriori condotte criminali.

L’accordo firmato

Oltre alla dichiarazione di colpevolezza, Credit Suisse Services AG ha firmato un accordo di non persecuzione con la Divisione Fiscale del Dipartimento di Giustizia e l’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Orientale della Virginia in merito a conti preesistenti presso Credit Suisse AG Singapore.

Tale ufficio ha gestito conti con un patrimonio di oltre 2 miliardi di dollari intestati a cittadini statunitensi tra il 2014 e giugno 2023, senza identificare correttamente i titolari dei conti né indagare sui legami con gli Stati Uniti.

La collaborazione di UBS

UBS ha scoperto conti potenzialmente non dichiarati durante l’integrazione post-fusione e ha volontariamente comunicato i risultati alle autorità statunitensi. Alcuni conti sono stati congelati e d è stata avviata un’indagine interna. In un comunicato successivo alla definizione dei termini del documento sottoscritto dalle parti, la società svizzera di servizi finanziari con sede a Zurigo e Basilea ha evidenziato di “non essere coinvolta nella condotta sottostante e di avere tolleranza zero per l’evasione fiscale”.

La precisazione del colosso elvetico

“Con questa risoluzione, UBS è lieta di aver risolto un altro dei problemi pregressi di Credit Suisse, in linea con l’intenzione di UBS di risolvere rapidamente le questioni pregresse in modo equo ed equilibrato e nel migliore interesse di tutti i suoi stakeholder”, ha aggiunto il gruppo.

In base a quanto concordato, Credit Suisse Services AG è tenuta a collaborare pienamente alle indagini in corso e a comunicare eventuali future scoperte relative ai conti collegati agli Stati Uniti. In totale, Credit Suisse Services AG pagherà 510.608.909 dollari tra sanzioni, restituzioni, confische e multe. Di questi, 371,9 milioni di dollari sono legati alla dichiarazione di colpevolezza, mentre altri 138,7 derivano dall’accordo di non persecuzione relativo alla condotta a Singapore.

Adesso si apre un nuovo capitolo, che riguarda i beneficiari delle condotte illecite che hanno portato alla stangata. Negli Usa, com’è noto, l’evasione fiscale viene punita con il carcere.

Tags: #Tasseconti offshorecredit suissedipartimento di giustiziaEvasione fiscaleFiscoStati Unitiubs
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