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Chico Forti torna in patria, quali accordi tra Usa e Italia? Intervista all’avvocato Conte

I tempi di trasferimento potrebbero essere più lunghi a causa della pandemia. Cosa prevede la convenzione di Strasburgo, è auspicabile la libertà?


Enza Michienzi by Enza Michienzi
Dicembre 26, 2020
in Ultimissime
5
Chico Forti torna in patria, quali accordi tra Usa e Italia? Intervista all’avvocato Conte
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Finalmente Chico Forti torna in italia. La bella notizia arriva nel pieno delle festività natalizie e strappa un sorriso anche a chi le sta vivendo con angoscia, a causa delle restrizioni imposte dal governo per arginare la diffusione del Covid-19.

Come di consueto, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è affidato ai social e in poche righe ha annunciato il ritorno in Italia del nostro connazionale, recluso – con l’accusa di omicidio –  in un carcere della Florida da 20 anni, a seguito di un processo con troppe ombre.

In poche ore la news tanto attesa ha fatto il giro del mondo, ma la domanda lecita in queste ore è: Chico Forti può sperare di ritornare ad essere un uomo libero? 

Intervista all’avvocato italiano Alessandro Conte, certificato  “Foreign Legal Consultant” dall’ordine degli avvocati della Florida, dello studio Americano FLEITAS, PLLC, di Miami.

 

Avvocato Conte, Chico Forti torna in Italia quando le speranze oramai si erano affievolite 

“È certamente un grande successo della Farnesina e dell’Ambasciata italiana a Washington. Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e l’ambasciatore Armando Varricchio hanno moltiplicato le pressioni sul Dipartimento di Stato americano e sull’Amministrazione della Florida, affinché il governatore DeSantis accogliesse l’istanza di trasferimento in Italia, inoltrata dal nostro connazionale. Credo che pochi, pochissimi addetti ai lavori a dire il vero, avrebbero auspicato un simile epilogo. È da anni ormai che i rapporti tra Italia e Stati Uniti d’America sono ottimi, e quest’ultimo risultato lo dimostra ancor di più”.

 

Tecnicamente cosa significa “Chico Forti tornerà in Italia”.

“Mi aspettavo questa domanda e – onestamente – leggendo i media nazionali e i commenti di molti nostri concittadini, credo che vadano fatte alcune precisazioni di carattere tecnico-legale.

La convenzione di Strasburgo, conclusasi il 21 marzo del 1983, meglio conosciuta come Convenzione sul Trasferimento delle Persone Condannate, è un accordo tra Stati che regola il trasferimento dei detenuti, ambito di applicazione e requisiti, che andranno ad incidere sul modo e sul luogo di esecuzione della pena.

In buona sostanza, qui non si affronta il merito del giudizio, ormai conclusosi in via definitiva, bensì la modalità e soprattutto il luogo di espiazione della pena detentiva e definitiva, comminata dallo Stato ospitante, o meglio “Stato di Condanna”.

Lo Stato Richiedente, o meglio Stato di Esecuzione ( Italia) può, a seconda dei casi, o proseguire l’esecuzione della pena inflitta dallo Stato di Condanna (Florida), o convertire la pena in una sanzione prevista dalla legislazione dello Stato di Esecuzione. Data la natura del reato in questione però (omicidio di primo grado), è verosimile che non si avveri la seconda ipotesi, e cioè la conversione della pena.

Il condannato pertanto non andrà nello Stato richiedente, o meglio “Stato di Esecuzione”, da uomo libero, bensì da detenuto in via definitiva, che potrà espiare la pena residua inflittagli nel proprio paese d’origine.

Questo ci fa capire che il termine “tornare in Italia” non ha il significato purtroppo di libertà, ma certamente di rientro nel proprio Paese di origine e di avvicinamento alla propria famiglia”.

 

Quali sono i tempi effettivi di tale trasferimento.

 “Per rispondere a questa domanda dovrei davvero entrare nel merito della Convenzione, ma rischierei di essere noioso, pertanto posso dire che tutto adesso è nelle mani degli Organi di esecuzione a livello di cooperazione tra Stati.

La condanna del Sig. Forti è avvenuta per un reato di natura statale, non federale. Pertanto adesso, dopo aver avuto l’ok del governatore della Florida Ron DeSantis, come previsto dal trattato che a sua volta richiama la convenzione di Strasburgo, e cioè il Treaty Transfer Program – Public Law 95-144 (18 USC 4100 et seq.), la successiva fase sarà deferita agli Organi federali americani.

Il condannato sarà messo in custodia presso le autorità federali. Inoltre, dovrà presenziare ad una udienza denominata di “consenso” (Consent Verification Hearing), dove dovrà liberamenteacconsentire al suo trasferimento. Terminata questa fase, subentreranno purtroppo i problemi legati al Covid-19. E cioè prima di poter materialmente essere trasferito nello Stato di Esecuzione (Italia), dovrà sottoporsi ad isolamento. Una volta finita la quarantena, potrà essere tradotto nel suo paese d’origine dagli organi dell’Interpol.

È difficile poter dire quanto tempo possa impiegare tale fase, ma sicuramente non potrà avvenire nel giro di qualche giorno. Ovviamente non sono a conoscenza dei termini del caso specifico che potrebbe certamente avere dei tempi e modalità di esecuzione diversi già concordati tra l’America e l’Italia”.

 

Avvocato, quante sono le richieste di trasferimento che vengono protocollate ogni anno dalle Autorità americane?

 “Nel 2019 ci sono state circa 1371 richieste depositate qui in America (parlo di detenuti di ogni nazionalità). Le approvazioni sono state 596, e il numero di dinieghi 775 (https://www.justice.gov/criminal-oeo/file/1008976/download). Non sono molte le richieste di trasferimento da parte dei nostri connazionali. Nel 2010 ad esempio fu depositata solo 1 richiesta di trasferimento.

Ad ogni buon conto c’è da dire che la Convenzione di Strasburgo è uno strumento di grande civiltà che promuove il reinserimento sociale dei condannati che hanno subito la privazione della libertà in un altro Paese, ma che hanno, attraverso la Convenzione, la possibilità di poter espiare la pena nel loro Paese d’origine”.

 

Tags: Ambasciatore Varricchiochico FortideSantisDi MaioFarnesina

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Comments 5

  1. Raffaelina Astino says:
    5 anni ago

    Complimenti all’avvocato Alessandro Conte.

    Rispondi
  2. claudio giusti says:
    5 anni ago

    e gli altri 70 italiani nelle prigioni americane ????

    Rispondi
  3. claudio giusti says:
    5 anni ago

    Mesi fa ho scritto a diversi professori e avvocati americani, e persino a Raoul Cantero. Nessuno di essi aveva mai sentito parlare del Forti, come nessuno conosceva casi di lwopers graziati e/o rispediti al paesello. L’unico caso di grazia che sono riuscito a rintracciare è quello di Sharanda Jones che però fu condannata all’ergastolo lwop per un reato federale da quattro soldi. Informai come al solito Wilma Forti e le passai anche il numero di telefono di un avvocato specializzato in parole. Ho anche suggerito di interpellare Reprieve, il Progetto Innocenti, e gli altri che si occupano di innocenti, ma senza fortuna. Oggi li sto informando dell’incredibile novità e sono tutti stupefatti. Mi chiedo se il Gov. della Florida si renda conto dell’importanza del precedente che ha appena creato.

    Rispondi
  4. Albaria says:
    5 anni ago

    Carissimi,
    Cosa rispondere all’invettiva del signor Giusti?
    Semplice.
    La migliore arma contro i “Giusti” non è farli sentire sbagliati.
    Essi si sentono “Giusti” perché – affetti da ipertrofia dell’Io – conoscono (socraticamente?) solo se stessi e non praticano l’altro come termine di paragone dei loro pensieri, rectius, dei loro preconcetti.

    I “Giusti” offendono e non dialogano.
    I “Giusti” si impongono e non discutono.
    I “Giusti” sfoggiano e non dimostrano.

    Insomma, nel mondo dei “Giusti” non esiste altra verità che quella che incarna il loro stesso errore.
    Ma i “Giusti”, però, non sanno che l’errore è cosa più grave del delitto.
    Lo affermava monsieur De Talleyrand che i “Giusti” li vide cadere, uno dopo l’altro, sotto la lama della ghigliottina.

    Perché, in questa gentilezza interlocutoria, i veri “Giusti” ritrovano l’imbarazzo per la loro becera ignoranza e vergogna per la loro volgare ineducazione…

    Inoltrate pure questa nota.

    Un ringraziamento a nome di tutti coloro che hanno creduto – e che ancora credono – nella Giustizia.

    Un saluto da
    Lorenzo Matassa

    Rispondi
  5. Grazia says:
    5 anni ago

    Complimenti al brillante Avvocato Conte

    Rispondi

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