L’impatto dei dazi su Botox e filler
Negli ultimi giorni, la parola “dazi” è diventata un termine ricorrente nel dibattito economico globale. L’imposizione di dazi ai partner commerciali degli Stati Uniti ha infatti scatenato reazioni immediate sui mercati finanziari e creato preoccupazione tra i consumatori e gli addetti ai lavori.
Al momento questi sono stati sospesi per 90 giorni (e nel frattempo ridotti al 10%, prodotti cinesi esclusi). Una loro eventuale riconferma, tuttavia, potrebbe costare caro alle donne americane che scelgono di sottoporsi ai vari Botox &co., visto che la gran parte dei trattamenti iniettabili sono prodotti fuori dagli Stati Uniti. L’impatto di queste politiche commerciali infatti non si limita soltanto ai beni di consumo come caffè, vino e automobili ma riguarda anche i trattamenti estetici, in particolare quelli iniettabili come il filler, che potrebbero subire cambiamenti significativi nei loro prezzi.
I prodotti viso fabbricati all’estero
I prodotti iniettabili, come il famoso Botox, sono prevalentemente fabbricati all’estero. Per esempio, mentre il Botox è prodotto a Westport, in Irlanda, altri filler dermici come Restylane e Sculptra provengono dalla Svezia e il neuromodulatore Xeomin è originario della Germania. Anche Letybo e Jeuveau, recenti innovazioni nel settore, sono prodotti oltre Oceano, nello specifico in Corea del Sud. Un cambiamento nelle politiche tariffarie statunitensi potrebbe quindi influenzare in modo significativo il costo finale di questi prodotti per i consumatori americani.
La questione diventa particolarmente rilevante se si considerano le aliquote imposte sui prodotti importati. Qualora i dazi dovessero essere ripristinati nella forma iniziale, le merci provenienti dalla Corea del Sud subirebbero una tassa del 26%, mentre quelle importate dall’Unione Europea, compresa l’Irlanda, vedrebbero un aumento del 20%.
In questo contesto, gli esperti del settore restano cauti. Roy Kim, chirurgo plastico di San Francisco, suggerisce che un immediato aumento dei prezzi non è prevedibile ma se le aziende dovessero pagare di più per i prodotti, i costi verrebbero inevitabilmente scaricati sui pazienti. Nonostante ciò, alcuni produttori sembrano essere protetti. Per esempio, Evolus – azienda produttrice di prodotti iniettabili – ha dichiarato che il suo neuromodulatore Jeuveau non sarà colpito dai dazi grazie alla sua classificazione come prodotto farmaceutico. Tuttavia, altri articoli della linea come Evolysse (a base di acido ialuronico) non sono coperti e potrebbero essere soggetti a dazi.
Nei periodi di recessione i pazienti non rinunciano ai trattamenti viso
Il mercato potrebbe anche affrontare un cambiamento comportamentale significativo tra i consumatori. La dottoressa Ava Shamban, dermatologa di Los Angeles, ha esperienza in materia di crisi economiche. La dottoressa ha notato che durante i periodi di recessione i pazienti tendono a mantenere i loro regolari appuntamenti per i trattamenti iniettabili, con l’intento di preservare la loro immagine e il benessere personale.
“Durante la recessione e persino durante gli incendi a Los Angeles i miei pazienti venivano comunque. Volevano sentire di avere ancora il controllo”, racconta. Questo comportamento potrebbe rimanere invariato, anche in un contesto di aumento dei prezzi.
Un altro fattore da considerare è che la maggior parte dei materiali utilizzati per i trattamenti iniettabili, anche se i prodotti stessi sono fabbricati negli Stati Uniti, richiede componenti o imballaggi provenienti dall’estero. Ciò significa che un aumento dei costi a livello globale potrebbe riflettersi anche sui prodotti nazionali, rendendo difficile una fuga dall’impatto delle tariffe.
Gli esperti avvertono che, a lungo andare, la situazione potrebbe portare a un cambiamento significativo nel mercato dei trattamenti iniettabili. Tuttavia, non tutti credono che ci sarà una corsa verso alternative locali come Daxxify, un neuromodulatore prodotto interamente negli Stati Uniti. Secondo gli esperti, è improbabile che i pazienti cambino marchio solo per evitare un aumento di prezzo. I consumatori potrebbero continuare a optare per i marchi tradizionali, anche in un contesto di prezzi crescenti, poiché gli effetti estetici desiderati rimangono una priorità. Il dottor Roy Kim ha sottolineato l’unicità della situazione attuale, affermando che questa ristrutturazione del commercio globale non ha precedenti nella storia recente.
Insomma, la questione è più ampia di un semplice ritocchino. “È come rifare da capo l’economia globale” ha spiegato il dottor Kim. Con tutta questa incertezza, forse l’unico effetto estetico saranno le nuove rughe da stress.