L’export italiano cresce impetuosamente
Da molto tempo gli economisti più avveduti mettono in guardia dai modelli export-led, ossia quelli basati in maniera preponderante sulle esportazioni. La domanda interna, infatti, rimane un fattore imprescindibile per garantire la crescita e diffondere il benessere. Nonostante ciò, è innegabile che un alto livello di esportazioni, soprattutto se riguardanti settori merceologici variegati, rappresenti un indicatore della salute di un sistema economico. Stupisce quindi la performance tricolore. L’export italiano, si evince leggendo i dati del WTO, si colloca infatti al sesto posto a livello mondiale. Un posizionamento che vede il Belpaese superare la Corea del Sud, come non avveniva dal lontano 2010.
Attenzione: abbiamo parlato di sesta posizione, ma il quadro è in realtà ancora più roseo. Sì, perché il dato dei Paesi Bassi è gonfiato dai transiti portuali d’eccellenza di cui può disporre. In realtà, lo Stato nordeuropeo non esporta così tanti prodotti autoctoni come indicano le statistiche. L’export italiano, dunque, sarebbe in realtà il quinto a livello mondiale. A livello assoluto si tratta di 670 miliardi di dollari di esportazioni.
Non solo: come evidenziato in precedenza, l’offerta nostrana è davvero variegata non avendo un singolo settore merceologico di punta. Ciò significa che, escludendo per esempio il comparto automobilistico, riusciremmo a superare persino una potenza industriale come il Giappone (a livello assoluto questo registra 707 miliardi di esportazioni, 100 dei quali, tuttavia, imputabili alle esportazioni di automobili). La crescita dell’export italiano dal 2015 ad oggi ha segnato un incredibile +48%, praticamente il doppio di Francia e Germania (che registrano rispettivamente un +28% e un +27%).
Molti i settori di punta, ribadendo ancora una volta la molteplicità dell’offerta. Moda, arredamento, agroalimentare, macchinari e impianti industriali, nautica, farmaci e prodotti per la persona, auto di lusso e aerospaziale alcuni dei più rilevanti. A questi ci permettiamo inoltre di associare il comparto orafo, che sta assistendo a un exploit significativo in termini di esportazioni. Alessandria, Arezzo, Milano e Vicenza i poli principali. Da tempo, tuttavia, Caserta e la Campania stanno accorciando le distanze con il Nord, dimostrando ancora una volta la vitalità delle nostre imprese.
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