Bruno Pizzul, per molti la voce della propria gioventù
Si è spento all’età di 86 anni Bruno Pizzul, icona assoluta del giornalismo sportivo italiano. Una voce inequivocabile e una personalità splendida a cui gli italiani sono rimasti profondamente affezionati. Bruno Pizzul è morto all’ospedale di Gorizia, appena tre giorni prima di compiere 87 anni.
Una lunga carriera da telecronista la sua. Iniziata nel lontano 1970, durante la partita di Coppa Italia Juventus-Bologna. Ma gli italiani lo ricordano soprattutto per il racconto delle partite della Nazionale, tra cui le telecronache di ben cinque mondiali (dal 1986 al 2002), comprese le “Notti Magiche” di Italia ’90.
Nato a Udine nel 1938, Bruno Pizzul ebbe sin da giovane la passione per il calcio, diventando anche un giocatore. Militò infatti nel Catania, nell’Ischia e nell’Udinese. La sua carriera fu però interrotta da un infortunio al ginocchio. Fortunatamente dopo la laurea e l’ingresso in Rai ne sarebbe iniziata una non meno epica.
Impossibile sintetizzare i momenti storici del calcio da lui raccontati. Pensiamo ad esempio al dramma dell’Heysel, in quel Juventus-Liverpool in cui persero la vita 39 persone. “È stata la telecronaca che non avrei mai voluto fare – dichiarò – Non tanto per un discorso di difficoltà di comunicazione giornalistica, ma perché ho dovuto raccontare delle cose che non sono accettabili proprio a livello umano”.
Ma pensiamo anche ai momenti felici per i tifosi italiani. Come la prima vittoria di un trofeo internazionale commentata da Bruno Pizzul: la finale di Coppa delle Coppe tra Milan e il Leeds United (1973), vinta appunto dai rossoneri. Molti anni dopo (1999) fu la Lazio ad aggiudicarsi l’ultima edizione del trofeo, trionfando contro il Maiorca. Nel medesimo anno Pizzul commentò anche la vittoria del Parma in Coppa Uefa contro il Marsiglia, ultimo trionfo tricolore prima dello scorso anno, grazie all’Atalanta di Gasperini (questo, tuttavia, non raccontato da Bruno Pizzul).
Ma la sua carriera è stata ancora più vasta. Sia come commentatore in programmi come la Domenica Sportiva che in alcuni film. Interpretò sé stesso nel film L’arbitro del 1974 e apparì anche in un classico comico come Fantozzi-Il Ritorno (1996).
Ironia, umiltà e bravura hanno infatti rappresentato quel perfetto miscuglio con cui seppe farsi amare da tutti i nostri connazionali, i quali ricorderanno sempre con affetto questa straordinaria figura.