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Home Politica

Elezioni a sindaco? Vincono le donne

Amministrative: 8 su 12 sindaci eletti sono donne, tra loro fa la storia l'exploit elettorale di Adriana Poli Bortone, che a 80 anni torna alla guida amministrativa di Lecce.


Anna Summonte by Anna Summonte
Giugno 25, 2024
in Politica, Ultimissime
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  • La vittoria trasversale delle donne
  • A Firenze Sara Funaro dedica la vittoria al nonno
  • Avellino, Laura Nargi sconfigge la nomenclatura del Pd e “campo largo”
  • Poli Bortone e la lunga carriera politica
  • La campagna elettorale  di Adriana

La vittoria trasversale delle donne

In questo turno di elezioni comunali, le donne elette a sindaco è aumentato da due a otto nei 29 capoluoghi al voto. Hanno eletto una donna alla guida della città, Bergamo e Prato al primo turno e, al secondo turno, Avellino, Campobasso, Firenze, Lecce, Perugia e Rovigo.

Su 14 sindaci appena eletti col turno di ballottaggio in altrettanti capoluoghi di provincia, ben 6 sono donne. Sara Funaro ha conquistato Firenze, Vittoria Fernandi si è presa Perugia, Adriana Poli Bortone torna ad amministrare Lecce dopo il suo doppio mandato tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000, Maria Luisa Forte sarà alla guida di Campobasso, Laura Nargi vince ad Avellino e Valeria Cittadin a Rovigo. Se a loro aggiungiamo Elena Carnevali che prende il posto di Giorgio Gori a Bergamo e Ilaria Bugettiche conquista Prato, le sindache totali, sempre dei capoluoghi, diventano 8.

A Firenze Sara Funaro dedica la vittoria al nonno

Non ha dubbi Sara Funaro, sindaca per la prima volta nella storia fiorentina alla guida di Palazzo Vecchio:”Vorrei dedicare questa vittoria a una persona che non c’è più, a mio nonno Piero Bargellini», ex sindaco dell’alluvione di Firenze, “da lontano gli vorrei dire una sua frase che mi è sempre rimasta nel cuore, quando lui diceva di aver fatto talmente tante dichiarazioni di amore per Firenze da doverla sposare. Gli vorrei dire `Oggi nonno la sposo anche io´ questa meravigliosa città. Darò tutta me stessa per fare il meglio per Firenze, sarò la sindaca di tutte e tutti i fiorentini”.

Avellino, Laura Nargi sconfigge la nomenclatura del Pd e “campo largo”

Laura Nargi è la nuova sindaca di Avellino, anche lei sarà la prima donna a vestire la fascia tricolore del capoluogo. Ecco le prime parole alla stampa da sindaca: “Sono finalmente sindaca dopo settimane di veleni, accuse e toni esasperati. Ora vediamo la luce, Avellino potrà continuare a crescere”.
Ma il successo più rilevante è quello di Adriana Poli Bortone a Lecce. Terzo mandato per l’80enne esponente del centrodestra, già sindaca per due volte di Lecce. Ma in 57 anni di carriera politica è stata anche ministra, deputata e senatrice, nonché candidata per due volte alla Regione Puglia.
A distanza di 17 anni dal suo ultimo mandato, la «signora della destra pugliese» (così come la chiamò Michele Emiliano in occasione delle elezioni regionali del 2015) è stata eletta sindaca di Lecce con il 50,69% delle preferenze (23.780 voti).

Poli Bortone e la lunga carriera politica

Alle sue spalle una carriera politica lunga 57 anni, cominciata come onorevole della sua città e arricchita da molteplici successi elettorali. In passato Poli Bortone è stata già due volte sindaca del capoluogo salentino, dal 1998 al 2007. Poi ministra, deputata e senatrice. E ancora candidata alla guida della Regione Puglia nel 2010 e nel 2015. Alla vigilia di questa nuova corsa si era detta pronta ed appassionata, carica per affrontare anche questa “nuova politica”. «Ci sono tante responsabilità nuove. Sono cambiate le città, i cittadini, le esigenze e le leggi», aveva detto, per poi concludere: «I mutamenti hanno interessato il rapporto tra enti locali, Regioni e governo. È tutto cambiato. Io ho seguito il flusso grazie alla mia passione per la politica, ne ho anche interpretato gli aspetti più complessi. Ho avuto sempre cura di fare incontri e riunioni con persone che avevano idee diverse dalle mie, così da poter essere sempre al corrente di quello che accadeva».

La campagna elettorale  di Adriana

Non è passata in secondo piano, in questi mesi, la sua campagna elettorale molto pop. Giovanile. Prima il banner sui maxi schermi di Times Square a New York. Poi le foto in discoteca come dj. Nel mezzo le passeggiate per le strade della città vecchia. Anche la squadra, della quale si è avvalsa, è la prova della sua forte apertura verso il mondo della giovane politica. Immortalata quasi sempre in compagnia dei candidati più giovani delle sue liste, Poli Bortone ha lasciato ampio spazio investendo sul ricambio generazionale della destra leccese. Ora pronta a crescere sotto la sua ala (come la chiamano i leccesi). Lei che ha sempre rivendicato l’importanza di Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano e suo maestro di politica.

Aneddoti, retroscena e tradimenti

Dalla sua prima elezione in consiglio comunale, datata 1967, a questo turno amministrativo del 2024, sono passati appunto 57 anni. Tutti segnati dal ruolo di protagonista della politica. E, come facile immaginare, sono stati anni ricchi di retroscena, siparietti, tradimenti e ferite rimarginatesi solo con il tempo. In un incontro tenutosi negli spazi della Fondazione Tatarella di Bari lo scorso 26 gennaio, Poli Bortone raccontò alcuni tra i retroscena meno noti della sua storia politica passata per gli anni in cui Craxi e Berlusconi riabilitarono gli esponenti missini. O ancora, per il tradimento dell’allora capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, che sciolse le Camere dopo la caduta del primo governo Berlusconi. «Nel 1994, dalla Puglia, Forza Italia non presentò la lista sul collegio proporzionale. Di fatto lasciando campo libero agli esponenti del Movimento Sociale Italiano (il simbolo era quello di Alleanza Nazionale, ndr), fummo tutti eletti», aveva raccontato Poli Bortone dai microfoni della Fondazione Tatarella. E ancora: «Fu un sottosegretario della Democrazia cristiana che dopo il voto mi anticipò che sarei diventata ministra, in quel momento inutile dire che non solo non ci credevo ma gli risposti anche “beato te che hai la sfera di cristallo”».

La sindaca del centrodestra continua: «Il partito mi candidò come vicepresidente della Camera, un’esperienza che durò solo un mese. Fu Berlusconi, per tramite di un’amica leccese, a chiedermi di ricoprire il ruolo di ministro. Una possibilità che accolsi solo dopo il benestare del mio partito e vincolandola ad un ruolo che potesse essere funzionale alle esigenze del territorio. Ecco come nacque la mia nomina al ministero dell’agricoltura. In quegli anni, soprattutto grazie a Craxi che ci aveva sdoganati e a Berluscono poi, ci fu dato uno spazio inimmaginabile». E sull’ex presidente della Repubblica, poi: «Tra i tanti errori che ho fatto nella mia vita c’è stato quello di votare Oscar Luifi Scalfaro – racconta Poli Bortone – quando cadde il governo Berlusconi, il capo dello Stato mi chiamò e mi disse che ad ottobre di quell’anno in accordo con Massimo D’Alema sarebbero state convocate le elezioni. Mi diede la sua parola d’onore e mi chiese di riportare a Berlusconi quanto detto, cosa che io ovviamente feci». Poli Bortone poi conclude: “Sentito il racconto, Silvio mi disse che Scalfaro mi aveva mentito. E per non lasciare cadere la cosa, lo scrisse su un bigliettino e lo mise nel cassetto. Dopo pochi mesi, riconobbi a Berlusconi che aveva ragione lui”.


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