L’hanno già ribattezzata “diplomazia del vino”. È la strategia messa in campo da Coldiretti e Filiera Italia al Vinitaly di Chicago, la due giorni di incontri e degustazioni pensata per mettere sotto i riflettori statunitensi tutti i “gioielli” del Vigneto Italia e dare un segnale forte contro le guerre commerciali che rischiano di penalizzare tanto i produttori italiani quanto i consumatori americani.
A svolgere il delicato ruolo di ambasciatori negli spazi I10, I11 e I12 del Navy Pier, la struttura fieristica della metropoli, sono Luigi Scordamaglia, Capo Area Mercati, Internazionalizzazione e Politiche Comunitarie di Coldiretti e Amministratore Delegato di Filiera Italia e Carmelo Troccoli, Direttore Generale della Fondazione Campagna Amica.
I numeri del settore vinicolo italiano
Nello stand Coldiretti protagonisti sono gli otto degustazioni-show dei vini tricolori più rappresentativi dell’enorme diversità e distintività che caratterizza la viticoltura italiana. Tradizione, ma anche innovazione, come riporta l’apposito catalogo digitale dedicato alle aziende vitivinicole, creato per permettergli di raccontare il proprio prodotto agli appassionati a stelle e strisce.
Il settore vinicolo italiano – hanno sottolineato Coldiretti e Filiera Italia – rappresenta uno dei pilastri dell’economia agroalimentare nazionale, con un fatturato complessivo che ha raggiunto i 14,5 miliardi di euro, una superficie di 681.000 ettari e una biodiversità che non ha paragoni al mondo grazie a 570 varietà autoctone.
Italia regina delle esportazioni
“L’Italia si conferma leader nelle esportazioni vinicole globali a volume, e seconda per valore dopo la Francia. Nel 2024 il valore delle vendite di vino italiano all’estero ha toccato 8,1 miliardi di euro con un incremento del 5,5 % sul 2023. Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di destinazione: nel 2024 hanno importato vino italiano per circa 1,9 miliardi di euro, registrando una crescita del 10,2 %”. Così il Presidente dell’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Matteo Zoppas.
“Nei primi sette mesi del 2025 – spiega Zoppas – l’export verso gli Usa ha mantenuto livelli simili a quelli del 2024 (1,1 mld, +0,1% rispetto a gennaio-luglio 2024) ma in un contesto che dà segnali di frenata sui volumi complessivi del sell-out, mentre i prezzi medi in questo periodo sembra fatichino a reggere.
In questo scenario, l’Agenzia Ice, insieme a Veronafiere e alla Camera di Commercio di Chicago, con il sostegno determinante del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero degli Affari Esteri attraverso la rete dei corpi diplomatici, ha lavorato intensamente per lanciare e far crescere Vinitaly Chicago”.
Vinitaly Chicago e vino italiano, un binomio vincente
Per effetto del coinvolgimento di 250 espositori con più di 2.000 etichette, Vinitaly Chicago è diventata una delle principali fiere del vino italiano. L’evento è un punto di incontro attrattivo sia per i buyer, che trovano cantine di riferimento, sia per le cantine che incontrano operatori e stakeholder qualificati moltiplicando così le opportunità di business.
Il mercato statunitense rimane insomma strategico per il vino italiano. Attualmente sta attraversando una fase delicata, segnata da consumi in rallentamento e dall’aumento dei dazi saliti dal 7 agosto 2025 al 15% su vino e spirits europei, che possono erodere parte dei risultati raggiunti.
La due giorni di Coldiretti e Filiera Italia al Vinitaly di Chicago serve anche a pubblicizzare l’Accademia della cultura enogastronomica italiana, realizzata con il Ministero degli Esteri per diffondere i valori del Made in Italy e formare nuove competenze attraverso scuole, università e professionisti del settore.