Il voto della Camera
La proposta di finanziamento suppletivo che mira a sostenere Israele nel pieno del conflitto contro i gruppi terroristici di Hamas e Hezbollah è passata 226 voti contro 196. A favore non solo i repubblicani ma anche 12 democratici, mentre i deputati repubblicani della Georgia e del Kentucky, Marjorie Taylor Greene e Thomas Massie, hanno votato contro.
In seguito alla votazione, il neo-eletto speaker Mike Johnson ha riferito di essere molto soddisfatto che la legge sia passata, pur precisando che si augurava un supporto più allargato. “Sono grato” ha commentato fuori dall’aula, “anche se speravo che la proposta fosse sostenuta da tutti i membri della Camera poiché è chiaramente una grande priorità. Siamo contenti di poter passare la palla al Senato, poi da lì si vedrà”.
Aiuti a Israele e tagli all’IRS
La misura approvata alla Camera prevede di pagare i 14,3 miliardi di dollari con un totale equivalente di tagli al bilancio dell’Internal Revenue Service (IRS), l’agenzia del governo deputata alla riscossione delle tasse nel Paese, nel quadro dell’Inflation Reducion Act. La scelta dei tagli all’IRS è popolare tra i conservatori e specialmente tra i rigoristi, mentre è invisa alla maggior parte dei democratici, che la giudicano come una manovra prettamente politica.
Secondo l’Ufficio di Bilancio del Congresso, la nuova legge aggiungerebbe 12,5 miliardi di dollari al deficit nazionale in dieci anni. Nel caso la legge venisse approvata, il segretario alla difesa dovrebbe notificare al Congresso il trasferimento dei fondi almeno 15 giorni in anticipo.
Il contenuto della proposta
La proposta è articolata per specifici obiettivi, e include 801,4 milioni di dollari che Israele spenderà in munizioni per l’esercito, 10 milioni per l’acquisto di armi navali e 38,6 milioni per l’approvvigionamento di missili aerei. L’obiettivo probabilmente più cruciale è il rafforzamento del sistema di difesa missilistica Iron Dome e del sistema di difesa aerea David’s Sling, fondamentali per intercettare razzi e missili di Hamas: per questi, il disegno prevede ben 4 miliardi di dollari.
La legge stanzierebbe più di 1 miliardo per ricerca, sviluppo, test e valutazione del programma di difesa Iron Beam, disegnato per intercettare razzi a corto raggio. Infine, 3,65 miliardi di dollari saranno dedicati alle operazioni del Dipartimento di Stato in Israele.
I Dem: aiuti non solo ad Israele
Secondo la presidente pro tempore del Senato Patty Murray, la proposta arriva già morta alla Camera alta del Congresso. La Casa Bianca ha infatti già comunicato che, se pure la proposta raggiungesse la sua scrivania, il presidente Joe Biden la bloccherebbe con un veto: “Abbiamo già messo in chiaro che il presidente porrebbe il veto su un disegno di legge che includa solo Israele” ha commentato ieri il portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza John Kirby.
Anche l’Ufficio per la gestione e il bilancio della Casa Bianca (OMB) ha biasimato l’iniziativa della Camera repubblicana. In una nota diffusa dopo il voto, l’Ufficio lamenta che “invece di proporre un disegno che rafforzi la sicurezza nazionale americana, la Camera non riesce a soddisfare l’urgenza del momento, crea un divario sempre più profondo ed erode lo storico consenso bipartisan per il supporto ad Israele”. L’Ufficio ha sottolineato che la proposta non fa alcuna menzione a programmi di assistenza umanitaria ai palestinesi, e afferma anche che il disegno “introduce faziosità nel sostegno ad Israele, facendo del nostro alleato una pedina politica in un momento in cui è fondamentale rimanere uniti”. Inoltre, togliendo i fondi all’IRS, la legge “stabilisce un nuovo e pericoloso precedente poiché condiziona gli aiuti politicizzando il supporto a Israele”. L’OMB etichetta quindi il disegno come una “pillola avvelenata”, un “trabocchetto politico”.
Il primo successo di Mike Johnson
L’approvazione del pacchetto di aiuti segna una vittoria per il nuovo speaker della Camera. Anche se la legge naufragasse al prossimo passaggio, il voto dimostra che Johnson è determinato a riunificare i repubblicani. Tuttavia, il via libera è in aperta contrapposizione alle richieste di Joe Biden, che sta spingendo per un ampio piano da 106 miliardi di dollari che lega gli aiuti per Israele con quelli destinati all’Ucraina ma anche alla sicurezza alle frontiere e alla stabilizzazione dell’Indo-pacifico. Johnson è riuscito a far approvare un disegno di legge autonomo che slega gli aiuti dal sostegno all’Ucraina, tema sul quale il partito repubblicano sta esprimendo crescente resistenza. Rimane ora da vedere se il nuovo speaker sarà all’altezza del compito e riuscirà a governare il fragile equilibrio della Camera.