Lo Stato per Meloni: un’azienda di famiglia
Lo scorso anno “l’Agenzia delle entrate certifica maggiore gettito per 26 miliardi di euro. Vuol dire che quando tu non disturbi ma anzi cerchi di dare una mano a chi produce la ricchezza, lo Stato ne beneficia perché parte della stessa ricchezza torna allo Stato”. Sono queste le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che è intervenuta in occasione della firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il governo e la Regione Umbria. E infatti “nello stesso anno, il 2023, l’Agenzia dell’entrate ci dice anche che abbiamo avuto il record di recupero dell’evasione fiscale, che è un altro dato straordinario”, ha aggiunto.
La presidente del consiglio ha descritto l’approccio del suo governo come “diverso”, “collaborativo” e “non vessatorio, per cui lo Stato rischia di diventare un nemico”. Riferendosi agli evasori fiscali, Meloni ha affermato: “Se sei in difficoltà ti vengo incontro, se poi mi vuoi fregare per forza allora devo essere deciso nella mia reazione“.
“Lo Stato è la nostra azienda di famiglia – ha spiegato – se non capiamo questo non risolveremo mai i nostri problemi. Noi siamo l’unica nazione nel mondo in cui esiste il detto ‘fatta la legge trovato l’inganno'” e dunque “il problema è cambiare l’impostazione culturale e capire che facciamo parte tutti dello stesso destino. Quindi quando aggiri lo Stato, stai aggirando anche te stesso”.
Spendere meglio i soldi
Mettiamo a disposizione di questo territorio quasi 240 milioni di euro, risorse che serviranno a finanziare 36 progetti strategici”, permettendo di “attivare investimenti per 280 e oltre milioni di euro”, ha detto Meloni.
E a proposito dei fondi di coesione la premier ha affermato che “nella vecchia programmazione 2014-2020 c’erano a disposizione 126 miliardi di fondi di coesione ma ne sono stati spesi 46. Un Paese come l’Italia, che non naviga nell’oro e di divari ne ha diversi, non può permettersi di non fare arrivare a terra 80 miliardi di euro”, ha aggiunto.
La presidente del consiglio ha quindi spiegato che sono state introdotte “alcune differenze” di gestione rispetto al passato. “Noi finanziamo progetti proposti dalle Regioni e condivisi dal governo. Questo ha fatto arrabbiare”.
A che punto è il Pnrr?
Sul piano di ripresa e resilienza la premier ha puntualizzato: “Voglio rivendicare il lavoro fatto sul Pnrr”. “A dispetto di tutti gli allarmi lanciati in questi mesi, nel 2023 abbiamo completato gli obiettivi della terza, quarta e quinta rata, oltre a rinegoziare il Piano stesso” liberando “21 miliardi”, ha aggiunto.
Infine c’è spazio anche per il sorriso: “Sono 14 o 15 mesi di governo… Non ricordo più quanti sono, a me sembrano 15 anni”, ha concluso Meloni.