A marzo l’inflazione segna quota 7,7%.
Ancor prima che scoppiasse il conflitto russo-ucraino erano stati i contraccolpi economici della pandemia a turbare i sonni di famiglie e imprese. Dopo la fine delle chiusure, infatti, un’inflazione galoppante ha messo a dura prova il nostro tessuto economico, incidendo in primis sui costi delle materie prime e riversandosi a cascata su tutti gli altri prodotti. Un circolo vizioso che sembra però destinato a risolversi in tempi non lontani.
L’Istat stima infatti che l’inflazione di marzo si attesti sul 7,7%, una riduzione significativa rispetto al 9,1% del mese precedente. Si tratta del dato più basso dal maggio dell’anno scorso, quando l’inflazione toccava quota 6,8%. Una dinamica del resto in atto in tutta Europa. Nella zona euro il mese di marzo ha registrato un’inflazione al 6,9%, in ribasso rispetto all’8,5% di febbraio, facendo tirare un sospiro di sollievo agli operatori economici e ai mercati. Dinamica che si ripresenta del resto anche negli Stati Uniti, evidenziando dunque una tendenza di portata globale.
Bollette meno care: la luce costerà il 55% in meno nel secondo trimestre
Il tema dell’inflazione è strettamente collegato a quello dei costi dell’energia. Anche in questo caso si può guardare il futuro con un certo ottimismo. I prodotti energetici hanno ridotto di molto il loro costo, andando finalmente ad impattare positivamente sulle tasche degli utenti. A partire dal secondo trimestre del 2023, ad esempio, nel mercato tutelato la luce costerà il 55,3% in meno. Circa il 40% degli utenti afferisce ancora a questo tipo di soluzione, anche se è previsto il passaggio completo al mercato libero (sia per gas che per l’elettricità) a partire dal gennaio 2024. Nonostante ciò, per quanto riguarda il costo dell’energia in generale, famiglie e imprese possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Abbiamo ormai lasciato alle spalle i salassi dello scorso anno, quando interi comparti produttivi erano stati messi in ginocchio. Intanto si auspica un rapido ritorno all’epoca prepandemica, con livelli d’inflazione sotto controllo e il cosiddetto carrello della spesa più abbordabile rispetto a quello attuale.






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