Inflazione Usa rallenta e la Borsa di Milano guida l’Europa
Le piazze economiche di tutto il mondo restano col fiato sospeso dopo i fallimenti della Silicon Valley Bank e di Signature Bank. La paura di una nuova crisi, paragonabile a quella del 2008, resta ma alcuni dati lasciano ben sperare. L’inflazione USA rallenta infatti secondo le aspettative. Si attesta a febbraio sul 6% annuo, rispetto al 6,4% del mese precedente. Un miglioramento lieve ma che almeno è conforme alle aspettative degli osservatori economici. Non a caso le borse finanziarie hanno visto un rimbalzo significativo, con Milano maglia rosa in Europa, che ieri ha registrato un +2,36%, superando Parigi (+1,86%), Francoforte (+ 1,83%) e Londra (+1,17%). Il timore di assistere a un nuovo contagio, questa volta non pandemico bensì finanziario, aveva destato fondati timori nei giorni scorsi. Adesso, però, si ventila la possibilità di archiviare la stagione inflazionistica inaugurata dalla pandemia e aggravata dal conflitto russo-ucraino. Tutti gli attori in gioco sperano, pur restando un processo non immediato, in un progressivo assestamento del costo della vita.
Inflazione USA ai minimi da settembre 2021
Il dato non va comparato ovviamente solo su base mensile. Basti infatti pensare che l’inflazione è la più bassa dal settembre 2021. L’obiettivo degli Stati Uniti è quello di riportare presto il valore intorno al 2%, attuando politiche restrittive per quanto riguarda i tassi d’interesse. Queste, tuttavia, vedranno probabilmente la Federal Reserve alleggerire la tabella di marcia per non compromettere troppo la stabilità degli istituti finanziari. Tra le conseguenze della rinnovata (e speriamo durevole) fiducia anche i prezzi delle utilities. Il costo del gas e dell’elettricità è infatti costantemente diminuito negli ultimi mesi.
Dopo un’impennata improvvisa si è nuovamente assestato poco sotto i 45 euro a megawattora, facendo ben sperare per il futuro. Certamente quanto accaduto evidenzia non poche criticità circa i criteri di valutazione della sostenibilità finanziaria degli istituti. Occorre molta attenzione, visto che proprio la crisi del 2008 è stata presa da Paesi come Cina e Russia quale antifona del definitivo declino occidentale. Oggi che il clima internazionale è incandescente la tenuta del sistema finanziario diventa più che mai una leva da utilizzare contro i propri nemici. Vista la capacità della Russia di resistere alle sanzioni sarebbe paradossale che è saltare in aria fosse invece (e nuovamente) l’economia occidentale. Bisogna dunque prendere nota sulla fallibilità, anche clamorosa, di molti pronostici realizzati dalle agenzie di rating. Sulle singole banche come sugli stessi Paesi esaminati. A cominciare dall’Italia, che contro le previsioni negative riesce sempre a rimettersi in cammino.