Giovedì, una comune giornata al campus della Florida State University (FSU), a Tallahassee, si è trasformata in un incubo. Uno studente armato ha aperto il fuoco all’interno dello Student Union Building, uccidendo due persone e ferendone almeno sei, in un attacco durato cinque minuti. Il sospettato, identificato come Phoenix Ikner, 20 anni, è stato colpito e arrestato dalla polizia. L’episodio ha scosso la comunità accademica, sollevando interrogativi sulla sicurezza nei campus universitari e sul crescente fenomeno della radicalizzazione giovanile.
Cronologia della sparatoria alla FSU: una tragedia in cinque minuti
Secondo quanto riportato dal Dipartimento di Polizia di Tallahassee, la sparatoria è iniziato alle 11:56, quando Phoenix Ikner ha fatto irruzione nello Student Union Building e ha cominciato a sparare indiscriminatamente. La prima chiamata al 911 è arrivata pochi secondi dopo. Alle 12.00, gli agenti sono riusciti ad intervenire rapidamente, bloccando il sospettato con un colpo non mortale.
Le forze dell’ordine hanno recuperato tre armi da fuoco: una addosso al sospettato, una seconda nascosta in un’auto parcheggiata poco lontano e un fucile semiautomatico rinvenuto all’interno dell’edificio.
Le vittime della sparatoria alla FSU
Le due vittime confermate sono: Robert Morales e Tiru Chabba.
Robert Morales, 36 anni, era il coordinatore della ristorazione presso la FSU e imprenditore noto per aver co-fondato Gordos Cuban Cuisine. Robert è descritto dai colleghi come un uomo gentile e appassionato del suo lavoro. Lascia la moglie e un figlio.
Tiru Chabba, 48 anni, era il vicepresidente regionale dell’Aramark Collegiate Hospitality e padre di due bambini. Si trovava al campus per un incontro con il personale universitario.
Altri sei individui, tra cui studenti e dipendenti universitari, sono stati feriti, alcuni in modo grave. Tutti sono attualmente in cura presso il Tallahasse Memorial HealthCare.
Chi è Phoenix Ikner
Phoenix Ikner è uno studente universitario di 20 anni, originariamente registrato all’anagrafe come Christian Gunnar Eriksen. Secondo fonti investigative, Ikner è noto per le sue posizioni estremiste e suprematiste bianche, espresse apertamente durante eventi studenteschi e online.
Era stato espulso da un club durante un dibattito universitario a causa del linguaggio razzista e incendiario. Secondo quanto emerso, il giovane aveva accesso a diverse armi da fuoco legalmente acquistate grazie alla connessione familiare con le forze dell’ordine: sua madre è infatti una vice-sceriffa della contea.
La comunità universitaria chiede riforme
La sparatoria alla FSU ha riacceso il dibattito nazionale sul controllo delle armi e sulla sicurezza nei campus universitari. Centinaia di studenti hanno partecipato a una veglia serale in memoria delle vittime, chiedendo interventi legislativi più rigorosi per limitare l’accesso alle armi da parte di soggetti radicalizzati.
Numerosi attivisti e organizzazioni studentesche chiedono una riforma immediata delle politiche di background check, oltre ad una maggiore attenzione alla salute mentale e alla prevenzione della radicalizzazione online.
La strage alla Florida State University è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di atti violenti in ambito scolastico e universitario negli Stati Uniti. Le dinamiche dell’attacco, la rapidità con cui è avvenuto e il profilo del sospetto mostrano un insieme pericoloso di: accesso alle armi, estremismo e mancanza di prevenzione.
La comunità accademica, unita nel dolore, guarda ora alle istituzioni in cerca di risposte concrete per impedire che episodi simili si ripetano.
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