Nessuna coincidenza: il Covid sarebbe fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan
Nelle prime settimane della pandemia, quando ancora si sapeva pochissimo circa la natura del virus, illustri esperti si erano prodigati a negare una sua possibile fuoriuscita dal laboratorio di Wuhan. Il fatto che l’epicentro del Covid fosse stato proprio nella città che ospitava un istituto di ricerca su tale patogeno era stato dipinto come una casualità. Molti cittadini avevano accolto con scetticismo tale sicumera. Com’era possibile ignorare pressoché tutto sul virus e poi negare risolutamente una connessione così sospetta? A prescindere dalle motivazioni alla base di tale reticenza, quest’atteggiamento ha inferto un pesante danno d’immagine agli esperti e alla stessa oggettività della scienza.
Le rivelazioni del Wall Street Journal
Nei giorni scorsi il Wall Street Journal ha pubblicato alcuni documenti dell’intelligence che vanno proprio in tale direzione. Nei mesi precedenti lo scoppio ufficiale della pandemia, ricercatori del laboratorio di Wuhan erano già stati infettati. In particolare tre operatori avevano contratto una malattia che all’epoca non era stata accertata. Tale patologia, secondo i servizi USA, sarebbe stata proprio il Covid-19, presto diffusosi in tutto il mondo. Ben Hu, uno dei tre scienziati, stava studiando gli effetti dei coronavirus sugli esseri umani. Il progetto in questione, peraltro, era stato finanziato proprio dagli Stati Uniti.
Le rivelazioni pubblicate dal Wall Street Journal riprendono la posizione espressa in passato da FBI e dal dipartimento dell’Energia. Essi sono convinti della fuoriuscita del virus dal laboratorio di Wuhan. Non tutte le agenzie di sicurezza americane condividono tale visione, va detto. È infatti ancora aperto il dibattito sull’origine del virus: se sia cioè passato attraverso un salto di specie o, appunto, sia invece fuoriuscito dal laboratorio. In ogni caso, scartare aprioristicamente e in maniera ideologica tale possibilità non è un comportamento consono per chi fa della ricerca della verità la propria missione deontologica. Speriamo dunque che nei prossimi anni si potrà fare piena luce su quanto avvenuto nel triennio 2019-2021, senza censure e ostruzionismi.