Trump parla chiaro sull’aborto
Dal rovesciamento della sentenza Roe v. Wade nel 2022, il tema dell’aborto non ha creato che divisioni e scontri all’interno del partito repubblicano. Due anni dopo la decisione della Corte Suprema, il Gop si spacca di nuovo sull’aborto. Ieri l’ex presidente Donald Trump ha ribadito che nel caso tornasse a sedere nello Studio Ovale e giungesse alla sua scrivania una proposta di legge per vietare l’aborto in tutto il Paese con una legge federale, non la firmerebbe.
È comunque fiero di aver contribuito a nominare i giudici della Corte che hanno ribaltato Roe v. Wade, e ci tiene a sottolinearlo, ma l’ex presidente è convinto che la questione vada trattata a livello statale e non federale. “Firmerebbe un divieto nazionale di aborto se il Congresso lo inviasse alla tua scrivania?” gli hanno chiesto oggi ad Atlanta. “No” ha ripetuto più volte Trump. Mai prima d’ora aveva preso posizione così nettamente sulla questione dell’aborto.
Leggi statali, non federali
In un video pubblicato su Truth Social lunedì, Trump preannunciava che non avrebbe sostenuto un divieto nazionale di aborto, scatenando l’ira di una parte dei conservatori repubblicani. “Qualsiasi cosa [gli stati] decidano, dovrà essere con una legge statale” ha detto davanti alla videocamera. L’ex presidente ha confermato poi il suo forte sostegno ai trattamenti di fecondazione in vitro e ha proseguito incoraggiando i repubblicani ad includere sempre, nelle proposte sul diritto all’aborto, eccezioni per stupro, incesto e minacce alla vita della madre. “Su questo tema devi seguire il tuo cuore, ma devi anche vincere le elezioni”, ha affermato. Tenendo un occhio sulle elezioni di novembre, ha ribadito che una posizione troppo estrema sull’aborto costerebbe ai repubblicani tantissimi voti.
La rottura con Graham
Poco dopo la pubblicazione del video, il senatore della Carolina del Sud Lindsey Graham, strenuo sostenitore della linea dura contro l’aborto, si è fatto sentire. Ha ribattuto quindi alle affermazioni dell’inquilino di Mar-a-Lago dicendo che “rispettosamente non è d’accordo”. Graham, come vari altri repubblicani conservatori (incluso l’ex candidato alle primarie Mike Pence), propone da tempo un divieto federale di aborto dopo le 15 settimane di gravidanza. L’apertura di Trump sul tema non è contemplata nella linea del senatore. “Fino a un certo punto è una questione statale”, ha detto lunedì ai giornalisti Graham, “ma il movimento pro-vita, ho detto al presidente, non riguarda la geografia; riguarda i bambini“.
“La scienza parla chiaro: un bambino a quindici settimane è ben sviluppato ed è in grado di provare dolore“, ha scritto il senatore. Graham sa bene che ora come ora la sua proposta non verrebbe mai accettata dal Congresso. Tuttavia, ha annunciato l’intenzione di proporre un trattamento anestetico per i bambini che stanno per essere abortiti.
L’effetto elettorale dell’aborto
Trump, nel pieno della campagna, ragiona più in termini ben più pragmatici e elettorali. Sa bene che l’iniziativa di un divieto federale verrebbe pesantemente criticata dagli elettori, con gravi conseguenze alle urne. A maggior ragione dal momento che il presidente Joe Biden ha fatto del diritto all’aborto uno dei temi chiave della sua campagna. “Persone come Lindsey Graham, che sono implacabili, stanno consegnando ai democratici il loro sogno della Camera, del Senato e forse anche della Presidenza“, ha ribattuto Trump lunedì su Truth Social.
La campagna democratica sull’aborto
Il presidente Joe Biden ha messo da tempo in guardia gli elettori. Sostiene infatti che se i repubblicani dovessero vincere nel 2024, implementeranno con tutta probabilità il divieto nazionale di aborto. “Se Donald Trump verrà eletto e i repubblicani MAGA al Congresso metteranno un divieto nazionale di aborto sul Resolute Desk, Trump lo trasformerà in legge”, ha affermato Biden in una nota.
Matematicamente in realtà è piuttosto improbabile che un simile divieto venga approvato dal Congresso, essendo impossibile raccogliere i 60 voti necessari nel Senato spaccato che Graham ben conosce. D’altro canto, il fatto che i democratici abbiano adottato una posizione praticamente unanime nel sostenere l’aborto attribuisce loro un tema di vantaggio significativo.
