Tajani a Israele: “Troppe vittime civili, non hanno nulla a che fare con Hamas”
La ferocia con cui sta proseguendo l’operazione militare nella striscia di Gaza sta aumentando le pressioni internazionali per fermare Israele. Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, si è accodato a Stati Uniti e Regno Unito nel prendere le distanze da Gerusalemme. Giusto ieri, il suo omologo britannico David Cameron aveva alzato i toni contro lo Stato ebraico. “Ora basta, Israele si fermi” aveva tuonato l’ex primo ministro. Ancora più profonda la spaccatura tra Israele e l’amministrazione americana.
Più volte, infatti, Biden ha provato a frenare lo spirito vendicativo di Netanyahu, nutrendo una comprensibile frustrazione per non avere successo nell’impresa. Addirittura, secondo indiscrezioni della NBC, in privato Biden avrebbe definito il presidente israeliano “asshole”, parola di cui non è certo necessaria la traduzione. La Casa Bianca ha smentito tale ricostruzione. Come diceva Andreotti, però, una smentita è una notizia data due volte.
Ma cosa ha dichiarato precisamente il titolare della Farnesina? Ai microfoni della trasmissione Ping Pong su Radio 1, Tajani ha commentato: “A questo punto la reazione di Israele è sproporzionata, ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con Hamas”. Il ministro degli Esteri ha chiesto a Israele di “evitare rappresaglie contro la popolazione civile palestinese” Secondo Tajani quello perpetrato dalle truppe ebraiche non sarebbe un genocidio. Il bilancio delle vittime resta tuttavia fin troppo drammatico, anche per un esponente politico tradizionalmente vicino a Israele come il leader di Forza Italia.
Tra il Palazzo di Vetro e l’Ariston
Il conflitto in Medio Oriente, inutile nasconderlo, è sempre più al centro dell’attenzione mondiale. L’Italia, in questo, non fa eccezione. Basti pensare al putiferio provocato dal rapper Ghali sul palco di Sanremo, dove uno “stop al genocidio” ha scatenato le proteste dell’ambasciatore israeliano. “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile” ha risposto tramite social Alon Bar.
A gettare benzina sul fuoco è stato poi un comunicato dell’ad RAI, Roberto Sergio, letto a Domenica In da Mara Venier. Un messaggio di solidarietà a Israele e alla comunità ebraica, “parole – ha specificato la Venier – che ovviamente condividiamo tutti”. Anche in questo caso la RAI è stata subissata dalle critiche di chi evidenziava le sofferenze della popolazione palestinese e dei civili di Gaza.
Ma oltre al Festival di Sanremo, la questione ha visto uno scambio tra lo stesso Tajani e la funzionaria italiana dell’ONU Francesca Albanese. Questa, infatti, si è vista negare l’ingresso nella Striscia. “È una non notizia – ha dichiarato in un’intervista a Coffee Break, su La7 – nel senso che sono 16 anni che Israele non permette a chi detiene questo mandato di visitare il territorio palestinese occupato impedendoci di fare il nostro lavoro”. “Non c’è niente che giustifichi i crimini che sono stati commessi contro i civili israeliani e ho condannato sin dal primo momento fermamente e senza equivoci, però la causa non è l’antisemitismo” ha specificato la funzionaria ONU.
Alle sue dichiarazioni ha risposto Tajani, che dimostra di non voler tagliare del tutto i ponti con Gerusalemme, nonostante la mattanza di questi mesi. “Non condivido le parole di Francesca Albanese perché l’attacco di Hamas è stato un attacco militare che puntava alla caccia all’ebreo e che ha avuto risvolti disumani con violenze e profanazioni di cadaveri, cose mai viste. Non è esatto quello che dice la signora Albanese e comprendo la reazione d’Israele. Davanti ad un conflitto bisogna essere prudenti”.
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