L’ardua selezione della giuria popolare
È arrivato a sette il numero di candidati selezionati per fare parte della giuria nel processo penale contro Donald Trump, iniziato lunedì. La selezione dei giurati, pur procedendo speditamente rispetto al grande numero di candidati da esaminare, si è confermata complicata, come previsto. Il primo motivo è ovviamente la rilevanza del caso – vale la pena ricordare che è la prima volta che un ex presidente degli Stati Uniti viene chiamato a rispondere di accuse penali. In più, l’imputato rappresenta probabilmente il personaggio più divisivo dell’immaginario americano di questo periodo storico, ragion per cui il team legale di Trump ha intenzione di scandagliare accuratamente le posizioni politiche dei candidati giurati. Nei due giorni passati in aula accusa e difesa hanno polemizzato su quasi tutti i 96 candidati esaminati.
Cos’è successo finora
Lunedì, dopo aver ascoltato il briefing del giudice Juan Merchan, che presiede il procedimento, sul caso e sul regolamento del processo, il primo gruppo di potenziali giurati ha prestato giuramento. Come stabilito nella fase istruttoria i giurati devono essere cittadini statunitensi, maggiorenni e residenti a Manhattan. Devono parlare inglese ed essere incensurati. Durante le fasi di selezione, ai membri della giuria, ai quali è garantito l’anonimato per proteggerli da influenze esterne, sono assegnati dei codici che contengono lettere e numeri.
La maggior parte dei newyorkesi convocati (due su tre) è stata congedata dal giudice Merchan già il primo giorno. Molti hanno dichiarato di non poter essere equi ed imparziali nel processo mentre altri hanno addotto altre giustificazioni per non poter stare in aula. Chi per sintomi influenzali, chi per un intervento chirurgico programmato, chi per dare assistenza ad un familiare malato.
La scelta dei giurati per il processo
Scartato questo folto gruppo si è passati alla selezione da parte dell’accusa e della difesa. Davanti ai rappresentanti legali di Trump – guidati dall’avvocato Todd Blanche – e al team del procuratore distrettuale Alvin Bragg, i cittadini sono stati sottoposti ad un questionario di 42 domande. Un test per definirne il background, ovvero la posizione sociale (che lavoro fanno, cos’hanno studiato, qual è la loro condizione familiare) e politica (quali giornali leggono, se e come si schierano politicamente). Durante la selezione accusa e difesa possono chiedere ulteriori chiarimenti per valutare i potenziali giurati. Pur non avendo potere nella scelta , i legali delle due parti possono chiedere di escludere dalla giuria popolare i candidati che considerano sfavorevoli, definendoli inadatti. L’obiettivo finale del percorso è di formare una giuria totalmente senza pregiudizi, imparziale e completamente dedita alla ricerca della verità tramite i fatti che vengono presentati in aula.
La squadra di Blanche e quella di Bragg possono chiedere al giudice di scartare i candidati che secondo loro hanno pregiudizi sul caso o che potrebbero avere conflitti d’interesse. Sta al giudice concedere o rifiutare questa possibilità di volta in volta. In più, i legali hanno a disposizione un totale predefinito di peremptory challenge, che potremmo definire come una carta speciale per escludere direttamente un potenziale giurato, a prescindere dall’opinione di Merchan. Attraverso questa lunga procedura gli avvocati cercano di far sedere al fianco dei magistrati il gruppo d’individui più favorevole possibile alla propria causa – o perlomeno completamente neutro.
Cosa sappiamo dei giurati nominati finora
Quando ieri la Corte si è aggiornata, i codici di solo sette residenti di Manhattan hanno resistito alla scrematura. Tra loro ci sono quattro uomini e tre donne. I più anziani hanno meno di 50 anni. Tutti cittadini dello Stato di New York (prerequisito fondamentale nella selezione), tre di loro sono cresciuti fuori dal Paese: uno in Irlanda, uno in Oregon e uno in Puerto Rico. Tra loro siedono un venditore, un’infermiera di oncologia, due avvocati, un consulente informatico, una giovane insegnante e un ingegnere informatico.
Non si sa null’altro della loro identità, ma pare che durante il questionario l’infermiera abbia detto di non avere una vera opinione sul Donald Trump e di essere in aula per adempiere al proprio dovere civico ascoltando i fatti. Il consulente informatico invece ha detto che il suo hobby è la famiglia, e ha affermato di trovare l’imputato “affascinante e misterioso”. L’insegnante ha dichiarato di avere diversi amici con un’opinione ben definita su Trump, ma che dal canto suo non è molto interessata alla politica o alla cronaca. “Il presidente Trump dice sempre quello che pensa, e preferirei lui piuttosto che qualcuno di cui non sai la vera opinione”, ha detto. L’insegnante ha anche precisato che non sapeva che Trump dovesse affrontare accuse penali anche in altri casi.
Confermati questi sette giurati, ne mancano altri undici in totale: cinque a completare la dozzina necessaria per la giuria più sei “di scorta”. Il processo di selezione della giuria riprenderà giovedì 18, dal momento che la Corte non si riunirà di mercoledì. Inizialmente si pensava che per assemblare la giuria sarebbero state necessarie almeno due settimane, ma al passo tenuto finora potrebbe bastare un’altra manciata di giorni per cominciare con le udienze.
I disaccordi già prima del processo
Donald Trump, che per quasi tutto il processo di selezione è rimasto in silenzio e ha lasciato condurre le interviste ai suoi legali, ha rotto il silenzio in particolare con una potenziale giurata. I suoi legali (gli unici che hanno accesso ai dati personali dei candidati) hanno scoperto che nel 2020 l’interessata ha pubblicato un post su Facebook per festeggiare la vittoria elettorale di Biden. L’ex presidente non ha saputo trattenersi, e sebbene gli sia vietato si è lasciato andare a commenti a voce alta.
“Avvocato Blanche, il suo cliente ha pronunciato dei commenti in modo udibile. L’abbiamo sentito, gesticolava e parlava in direzione del giurato. Non tollererò comportamenti simili”, ha detto il giudice Merchan. “Non permetterò che nessun giurato venga intimidito in quest’aula di tribunale. Voglio che sia ben chiaro” ha ammonito il giudice, invitando Blanche a tenere a freno il suo cliente. Alla fine, la giurata è stata scartata. Ugualmente, un giurato che in passato ha pubblicato un post sul travel ban deciso da Trump descrivendolo come illegale è stato scartato. Lo stesso aveva anche scritto di Trump “portatelo fuori e rinchiudetelo”.