La Florida e gli attacchi di squalo
“Capitale mondiale degli squali”. Così l’International Shark Attack File del Museo di Storia Naturale della Florida ha definito il Sunshine State. Lo stato, e in particolare la contea di Volusia si sono guadagnati questo titolo per essere stati teatro del maggior numero di attacchi di squali senza provocazione in tutto il mondo.
Il registro tenuto dal Museo raccoglie metodicamente i dati relativi ad attacchi di squali dal 1882. La contea di Volusia, che si trova sulla costa nord-orientale dello stato, a tre ore d’auto da Miami, si è aggiudicata il macabro primato con 351 casi totali dall’inizio della registrazione. Segue la contea di Brevard con 158 attacchi, poi Palm Beach con 83. In totale, dall’istituzione del registro ad oggi, nelle acque della Florida hanno avuto luogo 928 attacchi. La lista prosegue con le Hawaii, dove si sono verificati 195 incidenti con squali, dalla California con 138 e dalla Carolina del Sud con 118 casi.
Gli Stati Uniti primi nel mondo per morsi degli squali
Gli Stati Uniti si posizionano così primi nella classifica di paesi che sono teatro di questi attacchi. A livello internazionale si classifica seconda l’Australia con 706 casi, poi dal Sud Africa con 262 attacchi. Dei 69 morsi di squalo che hanno avuto luogo nel mondo nel 2023 senza provocazione da parte degli esseri umani ben 36 – il 52% del totale – sono avvenuti in acque statunitensi. Nel 2022 i casi registrati sono stati 41, quindi c’è stato un leggero calo.
La grande maggioranza degli attacchi hanno luogo ovviamente nel corso dell’estate, quando la gente si riversa sulle spiagge in cerca in un bagno al mare un po’ di sollievo dalla calura estiva. Nel 2023 gli incidenti si sono concentrati tra Memorial Day (27 maggio) e il Labor Day (4 settembre). Proprio in quest’ultima data l’anno scorso due nuotatori venivano morsi da squali in due incidenti separati vicino a Ponce Inlet, appena a sud di Daytona Beach.
Consigli per prevenire incidenti con gli squali
Per “morsi non provocati” o “senza provocazione”, il Florida Museum – che gestisce il registro internazionale – intende tutti i casi in cui uno squalo di qualsiasi specie ha morso un essere umano vivo all’interno del suo habitat naturale senza alcuna provocazione umana. In base ai dati registrati la maggior parte delle vittime sono state attaccate da uno squalo mentre facevano surf o praticavano sport in acque aperte come nuoto, snorkeling o apnea.
Pubblicando il registro, il Museo ha anche presentato alcune misure di sicurezza per prevenire incidenti con gli squali che si possono presto rivelare mortali. Gli esperti consigliano di non andare mai a nuotare da soli e non allontanarsi troppo dalla riva. È meglio poi evitare di fare il bagno e fare sport acquatici all’alba o al tramonto, e stare lontani dalle aree dove ci sono grandi banchi di pesci o dove lavorano i pescherecci. Per non attirare l’attenzione degli squali gli studiosi consigliano di non indossare gioielli lucenti ed evitare di fare schizzi eccessivi.
Cosa fare in caso di contatto con l’animale
Potrebbe sembrare superfluo da ricordare, ma è meglio non provare ad avviare un contatto con lo squalo quando se ne vede uno. Almeno altri 22 morsi sono avvenuti lo scorso anno a causa dell’iniziativa di esseri umani – morsi che pertanto non rientrano nella classifica in quanto “provocati“. Infine, un ultimo consiglio da parte degli esperti: una volta entrati in contatto con uno squalo non vale la pena fingersi morti, perché questo non li distoglierà dall’attaccare. A quel punto meglio reagire puntando occhi, naso e branchie dell’animale. E sperare per il meglio.
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