L’ultimo caso in Italia è stato registrato domenica scorsa. Una donna di 54 anni è deceduta all’ospedale di Lodi per una forma neuroinvasiva del virus West Nile. Circa un mese fa i primi sintomi, poi il consulto dal medico di famiglia, l’aggravarsi del quadro clinico, il ricovero e il triste epilogo.
Cos’è
Il virus West Nile, come spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss), prende il nome dal distretto dell’Uganda in cui è stato isolato per la prima volta, nel 1937. Il principale mezzo di trasmissione nell’uomo sono le punture di zanzare, che insieme agli uccelli sono i serbatoi di questo virus. Altre forme di trasmissione, benché molto più rari, sono le trasfusioni di sangue, il trapianto di organi e la trasmissione madre-feto in gravidanza. Il contagio non avviene attraverso il contatto con le persone infette.
Come riconoscerlo
Il periodo di incubazione dopo una puntura di zanzara può arrivare fino a ventuno giorni, anche se generalmente avviene tra i due e i quattordici giorni. Anche questo è un virus che non comporta sintomi alla maggioranza delle persone infette. Circa il 20 per cento ne presenta di leggeri, come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. La durata media di questi sintomi è di pochi giorni, raramente qualche settimana. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’uno per cento delle persone infette (una persona su centocinquanta) e si traducono in febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Nei casi in cui il virus si manifesta in modo più tenue, i sintomi scompaiono da soli senza che sia necessario intervenire con delle cure. Quando invece i sintomi hanno bisogno di un ricovero in ospedale, i trattamenti somministrati vanno dai fluidi intravenosi alla respirazione assistita.
Boom nell’estate 2022
Il virus West Nile si ritaglia spazio tra le cronache dei giornali ormai ogni estate, con una sessantina di casi di media e qualche sporadico decesso. Quest’anno, tuttavia, si stanno osservando picchi più elevati rispetto a quanto avvenuto finora. Ad inizio agosto il bollettino dell’Iss sottolineava che i casi di infezione erano più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. Dall’inizio di giugno al 30 agosto 2022, ricorda più recentemente l’Iss, nel nostro Paese sono 386 i casi umani di infezione confermata, con 22 decessi. Sembra di rivivere l’estate del 2018, quando i casi registrati furono in tutto oltre 600 e 49 le persone morte. Ma quali le ragioni di questa graduale crescita? Secondo molti esperti, andrebbero ricercate nei cambiamenti climatici. Uno studio apparso su One Health e ripreso da Wired Italia, rileva che l’aumento delle temperature avrebbe favorito le zanzare. Una zona dove il West Nile sembra diffondersi maggiormente in Italia è la Pianura Padana, in quanto ricca di umidità e avifauna. La maggior parte dei casi, infatti, avviene tra Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Ma diverse segnalazioni si registrano anche più a Sud, ad esempio in Toscana e in Sardegna.
La App per tracciare le zanzare
Data la crescita dei casi, l’Iss ha deciso di correre ai ripari attraverso uno strumento digitale. Ha infatti annunciato su Twitter un progetto che invita a supportare la ricerca con tre semplici gesti: scaricare una App; scattare una foto di zanzare, siti riproduttivi, punture ricevute; condividere. La App, gratuita, si chiama Mosquito Alert. Il progetto di scienza partecipata è coordinato dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università “La Sapienza” di Roma, a cui partecipano l’Iss, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il Museo delle Scienze (Muse) di Trento e l’Università di Bologna.
Diffusione negli Stati Uniti
Il West Nile è motivo di preoccupazione diffusa nelle Americhe, dove – come si legge sul sito di AmbiMed – dal 1999 ha provocato 48mila segnalazioni, 24mila casi neuroinvasivi, oltre 2.300 decessi e una stima di 7 milioni di infezioni umane totali negli Stati Uniti continentali. La più grande epidemia di malattie neurologiche dovute al West Nile c’è stata nel 2003. Al momento, rileva ancora AmbiMed, questo virus è considerato una delle malattie zoonotiche più importanti. Alla fine di agosto di quest’anno, i Centers for Disease Control hanno affermato di aver ricevuto segnalazioni di 98 casi umani di virus West Nile negli Stati Uniti, con sei decessi confermati.






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