In un momento delicato per le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Canada, anche per l’accesso ai minerali critici, l’ex ministro conservatore James Moore ha lanciato un monito importante sul futuro dell’accordo commerciale Canada-Stati Uniti-Messico (CUSMA).
Secondo Moore, che ha ricoperto il ruolo di ministro dell’Industria nel governo di Stephen Harper, la rinegoziazione dell’accordo non potrà avvenire in modo tecnico o compartimentato. Per l’ex ministro, il presidente statunitense Donald Trump considera il rapporto tra i due Paesi come una rete di interdipendenze, in cui commercio, sicurezza, lotta al narcotraffico e approvvigionamento strategico sono elementi inscindibili.
Durante una recente intervista concessa a The Hub, Moore ha evidenziato come l’approccio della Casa Bianca, in particolare sotto la guida di Trump, sia quello di inglobare ogni questione bilaterale in un unico grande schema negoziale. Dazi, crisi del fentanyl, esigenze militari e commerciali: tutto è connesso. Per il Canada, ciò significa che il terreno della rinegoziazione del CUSMA sarà molto più complesso di quanto non lo sia stato in passato. Tuttavia, secondo Moore, esiste un’opportunità strategica che Ottawa potrebbe e dovrebbe sfruttare con maggiore decisione: i minerali critici.
Il Canada possiede infatti importanti risorse di litio, cobalto e altri metalli fondamentali per le tecnologie verdi e per l’industria della difesa. In un momento in cui gli Stati Uniti sono ancora fortemente dipendenti dalla Cina per l’approvvigionamento di questi materiali, l’offerta canadese può rappresentare una leva cruciale per riequilibrare i rapporti e ottenere vantaggi concreti nella revisione dell’accordo commerciale. Il contesto, però, resta complicato. Moore ha riconosciuto la qualità del team negoziale canadese, guidato dall’ambasciatrice Kirsten Hillman, ma ha anche messo in guardia sulle difficoltà strutturali. La strategia imprevedibile di Trump e la crescente tendenza del Messico a perseguire obiettivi unilaterali rendono la cooperazione trilaterale sempre più fragile.
A complicare ulteriormente il quadro interviene la frammentazione politica interna canadese. Le province non sono colpite in modo uniforme dalle dispute commerciali e questo crea tensioni e divergenze che possono indebolire la posizione nazionale del Canada. Le ripercussioni economiche delle guerre tariffarie e della crisi della supply chain generano approcci diversi tra territori, complicando il lavoro del governo federale nel definire una linea coerente ed efficace.
Secondo Moore, il Canada ha le competenze e le risorse per affrontare il negoziato, ma dovrà farlo con una visione più ampia e con strumenti nuovi. Solo riconoscendo l’interconnessione tra commercio, sicurezza e risorse strategiche sarà possibile difendere efficacemente gli interessi nazionali nella nuova fase del rapporto con Washington.