“Unire la nostra cultura e la nostra identità”. Questo ritiene indispensabile Giorgia Meloni, proponendo al Vinitaly, davanti ad una platea di studenti, un vero e proprio “liceo del Made in Italy”
“Noi dobbiamo al nostro agroalimentare, al vino, all’agricoltura un pezzo fondamentale della nostra economia” dal valore di 30 miliardi di euro”. “Ovviamente – ha aggiunto Meloni – è nostro interesse e nostro dovere sostenere questo mondo, anche con il ricambio generazionale, perché questo settore funziona anche e soprattutto grazie alla capacità di mettere insieme tradizione e modernità, quindi famiglie e una tradizione che arriva da molto lontano. Famiglie che riescono anche con il ricambio generazionale a stare nella modernità”.
La Meloni è arrivata questa mattina alla fiera di Verona e si è intrattenuta al padiglione del Ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, dove ha incontrato anche il primo ministro della Serbia, Aleksandar Vucicćed, e il premier albanese Edi Rama. Al termine della visita, insieme al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha brindato alla cucina italiana, candidata a patrimonio dell’Unesco.
Una visita doverosa non solo per l’importanza dell’evento ma anche per i recenti attacchi senza senso degli ultimi giorni nei confronti dei nostri piatti tipici.
“Non è la prima volta che vengo a Vinitaly e mai avrei potuto far mancare la mia presenza da presidente del Consiglio, perché conosco l’importanza dell’attenzione a un settore che è un pezzo fondamentale dell’economia, della cultura e dell’identità italiane”.
Attacco immotivato dagli Usa alla dieta mediterranea
Negli ultimi giorni – lo ricordiamo – una campagna denigratoria ha cercato di demonizzare la nostra cucina, negare le nostre tradizioni e la nostra dieta mediterranea; “forse nel tentativo di imporre cibi sintetici, ogm e una specie di dieta unica mondiale di cibi anonimi standard in mano a poche multinazionali” – ha dichiarato Pecoraro Scanio, ex Ministro dell’Agricoltura.
“Trovo francamente immotivate queste fantasiose contestazioni alle nostre tradizioni. Posso solo immaginare che dietro ci siano forti interessi economici”. E’ quanto ci ha detto Emanuele Cicatiello (Chef Ema), Presidente della Federazione Italiana Cuochi Delegazione Usa, paese da cui sono arrivati molti attacchi.
“Attaccano le nostre tradizioni culinarie nazionali ma lo fanno senza reali argomentazioni”. Dire che la carbonara l’avrebbero inventata qui negli Usa o che il Parmigiano Reggiano originale, sia quello prodotto in Wisconsin, o addirittura che la pizza abbia origini americane per la provenienza del pomodoro, vuol dire non conoscere i cibi e neppure la storia della nostra cucina. Forse il liceo del made in Italy serve davvero”. Forse – continua Chef Ema – non facciamo abbastanza per valorizzare la storia e le tradizioni della nostra cucina, per far comprendere che i piatti italiani si fanno con prodotti italiani veri e non con surrogati. Se alcuni cuochi continuano a utilizzare Parmigiano Reggiano e taroccato, o imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino o Fontina; se si continua a servire – solo per motivi economici – finti prosciutti San Daniele o mortadella Bologna, non possiamo poi lamentarci se subiamo questi attacchi alle nostre tradizioni culinarie.
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