Telefonata Meloni-Trump: l’Italia prova a fare da ponte per l’UE
Un momento davvero complesso quello che si trova a gestire Giorgia Meloni. Da una parte il rapporto privilegiato con la nuova amministrazione USA. Dall’altra la necessità di non voltare le spalle a Zelensky e agli altri Paesi europei. Un po’ occasione storica, un po’ cruna di un ago. Questa forse la formula più efficace per sintetizzare lo scenario che la premier si troverà davanti nelle prossime settimane. Importante dunque la notizia data ieri da Palazzo Chigi, ossia l’avvenuta telefonata tra Giorgia Meloni e Donald Trump.
Colloquio, specifica la Presidenza del Consiglio, “in vista dell’incontro che domani [oggi n.d.r.] si terrà a Londra con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky”. Il motivo della conversazione, insomma, è chiaro: coordinarsi con Washington per colmare la crescente distanza tra le due sponde dell’Atlantico. Non a caso nei giorni scorsi Meloni aveva ventilato proprio tale possibilità. “È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati – aveva dichiarato – per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l’Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore”.
Oggi nella capitale britannica si riuniranno i leader provenienti da diversi Paesi del continente. Oltre ai padroni di casa, saranno infatti presenti Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Polonia, Spagna e Svezia. Ci sarà anche la Turchia, insieme ai rappresentanti della NATO (nella persona di Mark Rutte) e dell’UE (Ursula von der Leyen e Antonio Costa). Presente ovviamente anche Zelensky, che proverà così ad incassare il supporto europeo dopo il disastro diplomatico andato in scena alla Casa Bianca.
Prima del vertice sulla sicurezza, che si terrà alle 15 ora italiana, la premier avrà in mattinata un bilaterale a Downing Street con Keir Starmer. Comunque la si pensi, la giornata odierna rappresenterà un momento decisivo nella storia del continente. E l’Italia non farà certo da spettatrice.