Trump vuole un trilaterale con Putin e Zelensky già il 22 agosto
Al netto del pur centrale conflitto in Ucraina, Trump e Putin sono impegnati in un dialogo più vasto. L’obiettivo, infatti, è quello di realizzare una nuova architettura internazionale di sicurezza che tenga conto degli interessi di tutte le grandi potenze (e non solo del blocco occidentale). L’Europa, non è una novità, naviga nella quasi irrilevanza e fatica a leggere con lucidità la realtà che la circonda. La distensione, se non proprio l’avvicinamento, tra Washington e Mosca procede spedita. Non è chiaro se riuscirà a portare alla fine del conflitto in Ucraina, ma sembra promettente. Trump, intanto, vuole organizzare un vertice con Putin e Zelensky già venerdì prossimo, 22 agosto.
L’Italia, in tale frangente, si è detta disponibile a ospitare l’incontro. Lo ha fatto attraverso il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha risposto a una domanda del Tg4. “L’Italia ha sempre dato la propria disponibilità ad accogliere qualsiasi vertice che sia per la costruzione della pace, sia per quanto riguarda il Medio Oriente che per l’Ucraina”, ha spiegato il titolare della Farnesina.
“Siamo sempre protagonisti per la costruzione della pace – ha continuato Tajani – andremo avanti per accogliere incontri, siamo a disposizione, ma continueremo con un intenso lavoro diplomatico a lavorare affinché la fine della guerra abbia tempi rapidi”.
Mosca sarà probabilmente contraria
Difficile però che a Mosca possa andare giù una tale ipotesi. Lontani sono i tempi in cui la Russia considerava il nostro Paese, non a torto, uno dei più affini del Vecchio Continente. Tra gli insulti di Di Maio, che definì Putin peggio di un cane, la postura oltranzista di Draghi e Meloni, le prese di posizione continue di Mattarella, il Belpaese ha perso la pressoché totalità del capitale politico che poteva spendere per porsi quale mediatore.
Non a caso già nelle scorse settimane la Russia aveva negato la possibilità che Roma potesse ospitare il bilaterale Trump-Putin, poi tenutosi in Alaska. Dopo la pandemia di Covid, aveva dichiarato l’Ambasciatore russo Alexei Paramonov, “due nuovi virus sono entrati nell’élite italiana per sostituire l’epidemia di Covid: la russofobia e l’ucrainofilia, che, grazie alla loro sinergia, assumono forme particolarmente aggressive e portano a conseguenze molto deprimenti sia in termini di processi politici interni che di posizionamento sulla scena internazionale”.
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