La Florida è stata una dei protagonisti assoluti di queste presidenziali. Nel Sunshine State, precisamente a Palm Beach, Trump ha tenuto a novembre il suo primo discorso da rieletto. Località non casuale: qui aveva infatti sede il suo comitato elettorale. Sempre qui la villa di lusso a Mar-a-Lago, sua residenza ormai conosciuta in tutto il mondo. La Florida, peraltro, aveva sfornato l’unico possibile rivale alle primarie del GOP. Ci riferiamo ovviamente al governatore Ron DeSantis, poi ritiratosi dalla corsa.
Ecco dunque che tale legame strettissimo tra Trump e il Sunshine State si consolida in questi giorni con il suo viaggio in Florida, il primo dopo l’insediamento alla Casa Bianca. Il tycoon si era recato precedentemente ad Asheville, in North Carolina, per monitorare i danni causati lo scorso anno dall’uragano Helene. In seguito aveva visitato la California meridionale, devastata dagli incendi. In tali occasioni Trump ha assicurato ingenti aiuti federali per aiutare gli Stati colpiti a rimettersi in piedi. Ha inoltre ribadito la volontà di chiudere la Federal Emergency Management Agency.
Poi, appunto, il volo verso la Florida, dove il presidente USA è atterrato ieri sera (sabato) e dove si trova tutt’ora, in attesa di tornare a Washington.
Il tycoon ha fatto tappa al Trump National Doral Miami, il suo golf club nella Magic City. Da domani a mercoledì si terrà infatti qui la conferenza repubblicana, che vedrà partecipare alcuni importanti esponenti del GOP. Tra questi il rappresentante del Sunshine State Carlos Gimenez. L’arrivo di Trump all’evento è previsto alle 17 di domani.
Nella conferenza repubblicana, gli eletti alla Camera, guidati dallo speaker italoamericano Mike Johnson, elaboreranno un disegno di legge che comprenda le principali priorità della nuova amministrazione. I temi sul tavolo comprendono una stretta sull’immigrazione, l’aumento della produzione energetica nazionale e una politica fiscale espansiva.
I democratici, invece, svolgeranno a marzo una conferenza analoga. Lo faranno nel resort Lansdowne, nella contea di Loudoun, in Virginia. L’obiettivo, ovviamente, è quello di leccarsi le ferite e provare a delineare una strategia politica per tornare appetibili. La strada, a quanto sembra però, è ancora lunga.