Donald Trump ha dichiarato che i negoziati sul piano da lui proposto per mettere fine alla guerra a Gaza sarebbero “nelle fasi finali”. Intervistato da Axios, il Presidente statunitense ha espresso l’auspicio che l’accordo possa essere annunciato nei prossimi due giorni, dopo l’incontro che si terrà domani alla Casa Bianca con Benjamin Netanyahu.
Cosa ha detto Trump
“Tutti si sono uniti per avere un accordo, ma ancora dobbiamo completarlo – ha spiegato Trump in un colloquio telefonico con il giornalista Barak Ravid – i Paesi arabi sono stati fantastici nel lavorarci, e Hamas li sta seguendo, ha un grande rispetto per il mondo arabo”.
“Il mondo arabo vuole la pace, Israele vuole la pace e Bibi vuole la pace – ha aggiunto – se facciamo questa cosa, sarà un grande giorno per Israele e il Medio Oriente. Sarà la prima opportunità per una pace vera in Medio Oriente”.
“Ma prima – ha concluso il tycoon – dobbiamo farlo”. Le parti stanno lavorando per finalizzare l’accordo già domani.
Le condizioni poste da Israele
Israele garantirebbe un passaggio sicuro ai membri di Hamas se ponessero fine alla guerra e rilasciassero tutti gli ostaggi. Lo ha affermato il primo ministro israeliano Netanyahu a Fox News, parlando del piano in 21 punti proposto da Washington. Il leader dello Stato ebraico ha però escluso che l’Autorità Nazionale Palestinese possa avere un ruolo nell’amministrazione della Striscia di Gaza.
La situazione degli ostaggi
Hamas, nel frattempo, ha fatto sapere che i contatti con due ostaggi israeliani sono stati interrotti nelle ultime 48 ore a causa dei bombardamenti aerei su due quartieri di Gaza City, mentre tre divisioni delle Forze di Difesa Israeliane entravano nel centro della città.
Le Brigate al-Qassam, braccio armato del gruppo islamista palestinese, hanno chiesto alle Idf di “ritirarsi a sud della Strada Otto, una delle arterie di Gaza City e di interrompere i bombardamenti per 24 ore a partire dalle 18 di oggi, in modo da poter tentare di estrarre i prigionieri”.
Il nodo della Global Sumud Flotilla
Nel mentre prosegue la navigazione della Global Sumud Flotilla. Il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, durante l’incontro con la delegazione “di terra” della Flotilla ha espresso nuovamente le sue preoccupazioni e sottolineato l’importanza del dialogo. Ci sono “rischi elevatissimi se forzerà blocco”, ha avvertito Crosetto, il quale ha confermato che le Istituzioni faranno ogni sforzo possibile affinché prevalga il senso di responsabilità.
Il confronto è avvenuto nel comando della Compagnia Carabinieri Roma-San Pietro. Presenti la portavoce della Global Sumud Flotilla Maria Elena Delia, con le altre esponenti del movimento Simona Moscarelli e Giorgina Levi.
Guido Crosetto ha evidenziato che la priorità sua e del Governo “è e resta la sicurezza e il ricorso a soluzioni efficaci e sicure per aiutare realmente la popolazione di Gaza, attraverso i canali umanitari e diplomatici, tutti già attivi”.
“Le Istituzioni italiane, a partire dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio e da tutte le principali cariche dello Stato – ha concluso il capo della Difesa – stanno profondendo ogni sforzo diplomatico e operativo affinché prevalga il senso di responsabilità. Ma qualora la Sumud Flotilla decidesse di intraprendere azioni per forzare un blocco navale si esporrebbe a pericoli elevatissimi e non gestibili, visto che parliamo di barche civili che si pongono l’obiettivo di ‘forzare’ un dispositivo militare”.