Tajani: “Chi ha incarichi pubblici dovrebbe astenersi dal manifestare le proprie opinioni”
Fondamentalmente due i macrotemi affrontati da Antonio Tajani nel corso dell’intervista pubblicata ieri da Il Corriere della Sera. Il primo concerne la riforma della giustizia portata avanti dal governo. Un’iniziativa che si colloca in un frangente particolare, con le inchieste piombate sul Sindaco di Milano Giuseppe Sala e l’impugnazione da parte della Procura di Palermo dell’assoluzione di Matteo Salvini sul caso Open Arms. Il secondo riguarda le imminenti regionali e gli equilibri nel centrodestra a oltre 1.000 giorni dal varo dell’esecutivo Meloni.
All’intervistatore, Marco Cremonesi, che chiede a Tajani se l’Italia sia per l’ennesima volta di fronte a uno scontro tra politica e magistratura, il leader azzurro risponde: “Nessuno vuole lo scontro. La riforma della giustizia del centrodestra è semplicemente uno dei pilastri della storia di Forza Italia. In breve: giustizia al servizio dei cittadini”.
Nel perorare la riforma, Tajani spiega che questa “mette sullo stesso piano l’accusa e la difesa ed esalta il ruolo del giudice terzo. E sulla separazione delle carriere anche Giovanni Falcone riteneva che chi accusa non debba essere collega di chi giudica. E il tentativo di abolizione delle correnti che governavano il Csm è sacrosanto”.
Il titolare del MAECI racconta poi alcuni aneddoti familiari. “Io sono figlio di un militare – dichiara Tajani – In famiglia, nessuno di noi ha mai saputo che cosa votasse mio padre. Chi ha incarichi al servizio della collettività dovrebbe astenersi dal manifestare le proprie opinioni politiche. Lei se li immagina carabinieri o finanzieri del Pd o di Forza Italia? Aggiungo che il mio rispetto per la magistratura è massimo: porto il cognome del primo magistrato antimafia della storia, Diego Tajani. Che poi diventò ministro della Giustizia con il governo Depretis”.
Il vicepremier difende inoltre la scelta di sorteggiare i membri del Csm (ovviamente tra chi presenta i requisiti adeguati) in modo da tutelare l’imparzialità dell’organo. Nel mirino di Tajani, infine, quei magistrati che decidono di entrare in politica: a questi dovrebbe infatti essere precluso, finita la carriera pubblica, di tornare in magistratura.
Un bilancio sull’attività di Forza Italia
Per quanto riguarda il nodo regionali, il Ministro degli Esteri assicura che il centrodestra saprà trovare la quadra, minimizzando gli scontri con la Lega. Una dialettica fisiologica, quella con il Carroccio, che non intacca però la stabilità del governo. “A volte poi una battuta viene enfatizzata – dichiara Tajani – Chiaro che Forza Italia e Lega occupano spazi politici diversi, il che è una risorsa per il centrodestra. La sinistra non si faccia illusioni, la verità è che sono trent’anni che andiamo uniti. Giusto ieri, ho dato a Salvini solidarietà convinta”.
In conclusione, l’intervistatore chiede un bilancio dell’attività di Forza Italia in questi 1.000 giorni di governo. “Penso che il mio compito sia dire agli italiani: esiste un centro, e quello è Forza Italia – risponde Tajani – La scomparsa di Silvio Berlusconi è stata uno choc, ma invece di chiuderci in casa abbiamo reagito: stiamo costruendo una forza di centro che continua a unire, si veda anche l’accordo con Noi moderati e con Svp. Siamo a 150 mila iscritti e abbiamo fatto più di mille congressi. Senza il nostro leader che risolveva i problemi, abbiamo scelto di farlo partendo dai territori: del resto io sono per il proporzionale. Fermo restando che, al di là delle chiacchiere, abbiamo un ottimo rapporto con la famiglia Berlusconi, che ringrazio per il sostegno costante che ci offre”.






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