Gaza, pressing italiano a Israele per far entrare gli aiuti umanitari
Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito con forza al governo israeliano l’urgenza di riaprire immediatamente i valichi di accesso alla Striscia di Gaza, al fine di permettere l’ingresso di aiuti umanitari essenziali. La richiesta a Israele è stata confermata nel corso della riunione del tavolo tecnico sull’iniziativa “Food for Gaza”, tenutasi lunedì sera e resa nota ieri. All’incontro hanno preso parte tutti gli attori coinvolti nell’operazione. Durante la riunione è emersa un’ampia convergenza sulla necessità di agire tempestivamente per garantire l’arrivo di beni alimentari e medicinali destinati alla popolazione di Gaza.
Sin dallo scoppio del conflitto l’Italia è in prima linea per calmierare le sofferenze della popolazione civile. Dal 2024 a oggi, sono già state inviate oltre 110 tonnellate di beni di prima necessità. Ciò, ovviamente, prima della chiusura dei valichi che ha bloccato i flussi di soccorso. Parallelamente, Roma ha rafforzato l’impegno economico, portando il contributo totale per il programma “Food for Gaza” a circa 40 milioni di euro, anche grazie a un recente finanziamento di 10 milioni destinato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e all’UNICEF. Questi fondi serviranno a sostenere gli ospedali locali, garantire forniture mediche e supportare le operazioni sanitarie d’urgenza.
L’Italia ha speso 110 milioni di euro per aiutare i palestinesi
In coordinamento con il sistema delle Nazioni Unite e nell’ambito della promozione del “Sistema Italia”, nei giorni scorsi il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha consegnato 800 tonnellate di farina nella Striscia. Il piano è quello di incrementare significativamente questi volumi per poter raggiungere oltre un milione di persone in stato di necessità.
L’iniziativa “Food for Gaza” rientra nel più ampio sforzo italiano per fronteggiare la crisi in Medio Oriente. Complessivamente, l’Italia ha destinato oltre 110 milioni di euro alla risposta umanitaria nella Striscia di Gaza e allo sviluppo socioeconomico in Cisgiordania. Tra le prossime azioni previste vi è anche la riattivazione dei progetti promossi dalla società civile italiana operante nel territorio, con l’obiettivo di rendere l’assistenza più capillare ed efficace.




