Scontro Meloni-Macron: l’Italia contro i cerchi magici
Tutt’altro che remissivo l’esordio di Giorgia Meloni al Consiglio europeo iniziato questa mattina. La presidente del Consiglio ha infatti definito “inopportuno” l’invito rivolto in solitaria da Francia e Germania a Zelensky, concretizzatosi ieri nella visita a Parigi del presidente ucraino e nell’incontro con Macron e Scholz. La mossa franco-tedesca, secondo Giorgia Meloni, avrebbe minato la compattezza dell’Unione, oltre a marginalizzare gli altri Stati UE. Macron e Zelensky, del resto, si sono recati insieme a Bruxelles, fatto che non è passato inosservato. “Capisco – ha rintuzzato Meloni – le pressioni di politica interna, il fatto di privilegiare le opinioni pubbliche interne, ma ci sono momenti in cui privilegiare la propria opinione pubblica interna rischia di andare a discapito della causa e questo mi pare che fosse uno di quei casi“. Non resta da vedere quali ripercussioni avrà lo scontro Meloni-Macron sul dibattito di questi giorni.
La risposta di Macron
Macron ha scelto di non alimentare la polemica: “ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz, penso che eravamo nel nostro ruolo”. Secondo Macron, Parigi e Berlino svolgono un ruolo particolare nel conflitto ucraino sin dallo scoppio della crisi nel 2014. Il presidente francese ha inoltre dichiarato che è una prerogativa di Zelensky quella di decidere il tipo di formato che preferisce.
Ad ogni modo l’uscita della Meloni ha permesso di toccare un capitolo che purtroppo si riapre con una certa frequenza: quello dell’estromissione dell’Italia dalla “stanza dei bottoni”, dove Francia e Germania decidono di giocare spesso in solitaria, a discapito di altri interessi e sensibilità. Considerando i sacrifici collettivi sopportati dagli Stati membri dopo il drammatico divorzio euro-russo, sarebbe stato auspicabile un approccio che rispettasse tutti gli attori coinvolti.
Le recenti mosse di Parigi e Berlino non sono però andate in questa direzione. A cominciare dal volo a Washington dei rispettivi ministri dell’Economia, Bruno Le Maire e Robert Habeck, per strappare concessioni agli USA in vista dell’Inflation Reduction Act, il pacchetto di aiuti alle aziende americane che rischia di trasformarsi in una spada di Damocle per le imprese europee.
Bilaterale Meloni – Zelensky: cosa è successo
Visti i ritardi accumulati nel summit, i bilaterali inizialmente previsti tra Zelensky e gli altri leader europei erano stati annullati. Il presidente ucraino avrebbe dunque parlato con più Paesi insieme. L’Italia era stata inserita in un gruppo di cui facevano parte anche Olanda, Polonia, Romania, Spagna e Svezia. Zelensky ha però voluto tenere lo stesso un rapido bilaterale con Giorgia Meloni, che ha rassicurato la controparte sul sostegno italiano a Kiev.
Già in mattinata i due si erano visti per la prima volta nel corso della “photo opportunity” di apertura. Alla stretta di mano e all’abbraccio di questa mattina hanno fatto seguito nel pomeriggio le dichiarazioni di gratitudine di Zelensky verso il nostro Paese. Il tutto mentre nell’Ucraina orientale i russi hanno lanciato una nuova offensiva, a quasi un anno di distanza dall’inizio del conflitto. Entro fine febbraio è prevista una visita di Giorgia Meloni in Ucraina, che potrà così continuare l’attivismo in politica estera dimostrato sin dall’insediamento a Palazzo Chigi.




