L’Italia vuole introdurre il permesso di soggiorno a punti
Era il luglio del 2003 quando l’allora governo Berlusconi introdusse la patente a punti. Un modo, poi risultato efficace, per responsabilizzare gli automobilisti (e non solo). La strada, come purtroppo sappiamo, è piena di pericoli e senza misure energiche difficilmente incidenti e morti possono essere arginati.
Un discorso analogo può essere fatto per l’immigrazione. Un fenomeno che deve essere governato, se necessario, anche con il pugno di ferro, pena il Far West e il dilagare dell’illegalità. Un concetto, questo, che gli italiani hanno imparato a comprendere sulla propria pelle, come testimoniato con cadenza quotidiana dalla cronaca.
A questo proposito, il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha lanciato oggi una proposta per rendere a punti anche il permesso di soggiorno. Lo ha fatto mentre parlava alla trasmissione Mattino 5, condotta da Francesco Vecchi.
Già a giugno, del resto, Libero aveva pubblicato un’intervista in cui l’esponente del Carroccio condivideva con i lettori la medesima idea.
Il permesso di soggiorno a punti è sorretto dalla stessa logica della patente. Infrazioni, reati e altri comportamenti pericolosi socialmente provocherebbero una decurtazione dei punti complessivi, fino alla revoca dello stesso.
“Come Lega e governo – ha spiegato in tal proposito Salvini – stiamo lavorando a un permesso di soggiorno a punti come la patente di guida così se commetti reati o infrazione ti tolgo i punti e alla fine vieni rispedito nel tuo Paese”.
“Vogliamo che gli immigrati che commettono reati non scontino la pena qui ma nel loro Paese così che non dobbiamo mantenerli con le nostre tasse in carcere”, ha continuato il leader leghista.
La proposta di Salvini farà inevitabilmente discutere. Troppo spesso, infatti, gli aneliti umanitari diventano un lasciapassare per l’impunità.
La strada per riaffermare la legalità, certo, è ancora lunga. Il fatto però che si discuta di mezzi più stringenti per far rispettare le regole è senz’altro una notizia positiva. Troppo a lungo è durato il “liberi tutti” italiano.





