Salari fermi dal 1991: gli italiani restano a casa
Appena poche settimane fa dedicavamo un articolo a una ricerca del Censis che evidenziava come per 3 italiani su 4 le prossime generazioni vivranno in condizioni peggiori rispetto alle attuali. Purtroppo molti indicatori macroeconomici di lungo periodo confermano il declino strutturale del Paese, nonostante il rimbalzo incoraggiante degli anni post Covid. Da ultimo c’ha pensato il report annuale dell’Ocse. Dal 1991 ad oggi, infatti, i salari italiani sono cresciuti di un misero 1%. Negli altri Paesi Ocse tale percentuale tocca invece il 32,5%.
Ecco spiegata in poche righe una delle criticità strutturali dell’economia italiana, che ha eroso il risparmio privato e le abitudini di consumo. Responsabilità evidenti ce l’hanno ovviamente le regole capestro imposte dai trattati europei, con l’austerità quale totem a cui sacrificare il benessere dei cittadini mediterranei.
Eloquenti in tal senso i dati sui vacanzieri in quest’afosa estate 2024. Come spigano Facile.it e Consumerismo No Profit, 6,5 milioni d’italiani non andranno in vacanza. 3,7 per assenza di risorse economiche. “I rincari maggiori sono stati per gli hotel (+17%), i voli (+12% su tratta nazionale, +13% internazionale), i viaggi in treno (+10%) e i ristoranti (+7%)” si legge sul sito dell’Ansa.
“Ma sono più cari anche gli stabilimenti balneari (+5%) e i musei (+2,1%). Perfino i campeggi costano di più, con un aumento del 24% per le piazzole. I rincari non risparmiano nemmeno il prezzo del gelato, aumentato del 30% negli ultimi 3 anni”.
Così, mentre il dopo pandemia e la guerra in Ucraina hanno fatto impennare l’inflazione, i consumatori si ritrovano ad acquistare beni a prezzi levitati. Non solo, ci si mettono pure gli estremisti green, di casa a Bruxelles, che stanno provando in tutti modi a far ricadere sui semplici cittadini i costi della transizione ecologica. Auto e abitazioni su tutto. Senza una riflessione complessiva su tali attacchi al ceto medio parare questo o quel colpo e mitigarne gli effetti serviranno a poco. Nel mentre, continuano i sacrifici di milioni d’italiani, per cui “un’estate al mare” è uno slogan di un’epoca che non esiste più.





